Per rinunciare al compenso di amministratore non basta il semplice silenzio
Occorre che circostanze esteriori attribuiscano a tale condotta inattiva un significato preciso
La rinuncia al compenso da parte dell’amministratore può trovare espressione in un comportamento concludente del titolare che riveli in modo univoco una sua volontà dismissiva del relativo diritto; a tal fine è pertanto necessario che l’atto abdicativo si desuma non dalla semplice mancata richiesta dell’emolumento, quali che ne siano le motivazioni, ma da circostanze esteriori che conferiscano un preciso significato negoziale al contegno tenuto.
È questo, testualmente, il principio di diritto enunciato dall’ordinanza n. 21172/2021 della Cassazione, ricapitolando una serie di precedenti della giurisprudenza di legittimità (si veda, in particolare, Cass. n. 3657/2020, peraltro mai espressamente citata dalla decisione in commento).
Si evidenzia, in primo luogo, come, alla ...
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