Dichiarazione infedele con indebita qualificazione dei redditi da operazioni in warrant
Ricondotta nella fattispecie anche l’imputazione a una holding, sotto forma di ricavi, di proventi derivanti da attività e partecipazioni del ricorrente
Con la sentenza n. 5147, la Cassazione ha affermato la riconducibilità alla fattispecie di dichiarazione infedele (art. 4 del DLgs. n. 74/2000), da un lato, della classificazione dei compensi percepiti da una peculiare operazione di warrant come rendite finanziarie e non redditi di lavoro; dall’altra, dell’imputazione a una holding, sotto forma di ricavi, di proventi derivanti da attività e partecipazioni del ricorrente.
In particolare e sotto il primo profilo, si poneva la questione se, ai fini della determinazione del reddito complessivo IRPEF, i compensi percepiti dalla liquidazione di warrant instruments – emessi da società del gruppo e dotati di “diritti patrimoniali rafforzati” – fossero redditi di natura finanziaria (quadro RT), come sostenuto dal ricorrente, oppure ...