Coltivazioni «fuori suolo» con trattamento fiscale dubbio
Tali colture non necessitano di un fondo, mentre utilizzano macchinari e superfici che si sviluppano verticalmente
Le colture idroponiche sono tecniche di coltivazione “fuori suolo”, che, grazie all’impiego di soluzioni nutritive e appositi macchinari, consentono la produzione di vegetali al di fuori del terreno agricolo, su un c.d. substrato inerte.
Dal punto di vista civilistico, non vi è dubbio che dette coltivazioni siano qualificabili come “attività agricole” ex art. 2135 c.c. Il comma 2 (così come modificato dall’art. 1 comma 1 del DLgs. 228/2001) precisa infatti che sono attività di “coltivazione del fondo” anche quelle “dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale (…) che utilizzano o possono utilizzare il fondo”. È dunque sufficiente che tali attività possano svolgersi potenzialmente
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