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LAVORO & PREVIDENZA

Fissata la rivalutazione pensionistica 2026

L’INPS ha concluso le operazioni di rivalutazione di pensioni e prestazioni assistenziali necessarie per il pagamento delle prestazioni nell’anno 2026

/ Daniele SILVESTRO

Sabato, 20 dicembre 2025

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Con la circ. n. 153 di ieri, 19 dicembre 2025, l’INPS ha reso noto di aver concluso le attività di rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali propedeutiche al pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali nell’anno 2026.
L’Istituto evidenzia innanzitutto che nella Gazzetta Ufficiale n. 277 del 28 novembre 2025 è stato pubblicato il DM 19 novembre 2025, relativo alla perequazione delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2026.

Viene quindi ricordato che la rivalutazione viene attribuita dall’anno successivo a quello di decorrenza della pensione, sulla base dell’importo del c.d. cumulo perequativo di dicembre dell’anno precedente a quello da rivalutare, considerando come un unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare, erogate sia dall’INPS che dagli altri Enti presenti nel Casellario Centrale delle Pensioni.

Per la determinazione dell’importo complessivo da prendere a base della perequazione vengono considerate:
- le prestazioni memorizzate nel Casellario Centrale delle Pensioni, erogate dagli enti diversi dall’INPS e per le quali è indicata l’assoggettabilità al regime della perequazione cumulata;
- le prestazioni erogate dall’INPS (a esclusione di alcune prestazioni elencate nella circolare in commento).
Nel dettaglio, l’art. 1 del DM 19 novembre 2025 stabilisce in via definitiva che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2024 è determinata in misura pari a +0,8% dal 1° gennaio 2025. Pertanto, nessun conguaglio è dovuto a titolo di rivalutazione per l’anno 2025.

L’Istituto riporta poi i valori definitivi per l’anno 2025, ricordando che l’importo del trattamento minimo viene preso a base anche per l’individuazione dei limiti di riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito per il medesimo anno 2025.
In pratica, l’importo del trattamento minimo delle pensioni di lavoratori dipendenti e autonomi valido per il 2025 è pari a:
- 603,40 euro mensili;
- 7.844,20 euro su base annuale.
Invece, l’assegno vitalizio è pari a 343,97 euro mensile (4.471,61 euro annuali).

L’art. 2 del DM 19 novembre 2025 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2025 è determinata in misura pari a +1,4% dal 1° gennaio 2026, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo.
Di conseguenza, i valori provvisori del trattamento minimo del 2026 delle pensioni di lavoratori dipendenti e autonomi sono pari a:
- 611,85 euro mensili;
- 7.954,05 euro annuali.
Il valore dell’assegno vitalizio ammonta a 348,79 euro su base mensile (4.534,27 euro su base annua).

Per quanto concerne invece l’attribuzione della rivalutazione provvisoria per l’anno 2026 per la generalità delle pensioni, l’INPS ricorda che l’art. 1 comma 478 della L. 160/2019 stabilisce che, a decorrere dal 1° gennaio 2022, l’indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34 comma 1 della L. 448/1998:
- nella misura del 100% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici fino a 4 volte il trattamento minimo;
- nella misura del 90% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- nella misura del 75% per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a 5 volte il trattamento minimo.

Con riferimento all’incremento per l’anno 2026 delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS, viene ricordato che l’art. 1 comma 177 della L. 207/2024 ha prorogato fino al 2026 l’incremento per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo introdotto dall’art. 1 comma 310 della L. 197/2022. La misura percentuale dell’incremento è pari a +2,2% per l’anno 2025 e a +1,3% per l’anno 2026. Pertanto, contestualmente alle operazioni di rivalutazione delle pensioni, l’INPS ha provveduto a riconoscere tale incremento, ove spettante, nella percentuale prevista per l’anno 2026, come di seguito:
- trattamento minimo, 611,85 euro;
- incremento massimo riconosciuto, 7,95 euro;
- importo riconosciuto, 619,8 euro.

Dal punto di vista fiscale, si ricorda che, se le ritenute erariali relative all’anno 2025 (IRPEF) sono state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, le differenze a debito sono recuperate sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2026. Per i pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro e conguagli a debito di importo superiore a 100 euro è stata applicata la rateazione di legge fino a novembre 2026 (art. 38 comma 7 del DL 78/2010).
Le somme conguagliate verranno certificate ai fini fiscali nella Certificazione Unica 2026.

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