Plusvalenze «in fieri» per le società con valore economico negativo
Secondo l’Agenzia delle Entrate, anche in tali casi può essere fatta valere l’esenzione del 95%
La valorizzazione ai fini fiscali delle partecipazioni dal valore economico negativo è stata oggetto di un solo intervento interpretativo dell’Agenzia delle Entrate (la risposta a interpello n. 39/2018), i cui principi risultano ancora attuali.
Si tratta di situazioni che occorrono con frequenza ove all’acquisto di società strutturalmente in perdita possano seguire prospettive di risanamento e, in certi casi, di successiva cessione a terzi.
La risposta n. 39/2018 aveva chiarito che la differenza tra il corrispettivo pagato dall’acquirente al venditore (zero) e il valore economico negativo della partecipazione rappresenta un costo fiscalmente riconosciuto negativo di pari importo, che concorre alla formazione delle successive plusvalenze (esenti, se sono soddisfatti i requisiti
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