Imponibile la retribuzione variabile convertita in welfare solo per alcuni dipendenti
Le deroghe al principio di onnicomprensività non sono estensibili a fattispecie diverse da quelle previste dalla norma
Con la risposta a interpello n. 77 di ieri, l’Agenzia delle Entrate ha affermato che la quota di retribuzione variabile (c.d. “MBO”), correlata e quantificata in base al raggiungimento di obiettivi o criteri di performance aziendali e/o collettivi, convertita dal dipendente in prestazioni di welfare, non può essere esclusa da imposizione ai sensi dell’art. 51 commi 2 lett. a), f), f-bis), f-ter) e d-bis) e 3 ultima parte del TUIR se i destinatari non appartengono alla generalità o a categorie di dipendenti.
Il caso oggetto di interpello riguarda una società che riconosce ai lavoratori retribuzioni variabili (c.d. “MBO”) che costituiscono piani di incentivazione corrisposti per il raggiungimento di obiettivi o criteri di performance sia collettivi sia individuali. ...
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41