Continua la crescita dei redditi dei commercialisti
Nel 2023 aumento in doppia cifra. Quasi duemila nuovi iscritti ma le tante cancellazioni portano il saldo in negativo
Redditi in crescita, iscritti in calo, nonostante quasi 2 mila nuovi professionisti entrati a far parte dell’Albo. È una fotografia in chiaro-scuro quella che scatta la Fondazione nazionale di ricerca con il suo Rapporto annuale sull’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato ieri.
Nel 2024 (anno d’imposta 2023), il reddito medio dei commercialisti si è attestato a 80.648 euro, con un aumento del 10,1% Il reddito mediano, ovvero il reddito che divide in due la distribuzione dei redditi individuali, è cresciuto del 9,3%, risultando pari a 45.895 euro. La crescita del reddito medio è stata più o meno la stessa in tutte le parti d’Italia (10,9% al Sud, 9,2% al Nord, 11,3% al Centro), mentre il reddito mediano è aumentato maggiormente al Nord (+ 10,6%) e al Centro ( + 9,8%) rispetto al Sud (+ 6,6). Dal 2008 a oggi, il reddito professionale medio si è incrementato del 34,8% (nello stesso periodo il Pil nominale si è fermato al + 29,7%), con un boom soprattutto negli ultimi tre anni (+29,4%). Se si considera, però, il reddito reale, ovvero al netto dell’inflazione, negli ultimi 16 anni c’è stato un calo del 2,7% (mentre il Pil reale è aumentato dell’1,4%).
All’interno di un quadro di crescita dei redditi diffuso su tutto il territorio nazionale, rimangono marcate differenze non solo a livello geografico ma anche per titoli e relative iscrizioni alle due Casse di previdenza di categoria. Gli iscritti alla Cassa Dottori, infatti, dichiarano in media 88.366 euro (+10% sul 2023), mentre gli associati alla Cassa ragionieri si fermano a 60.943 euro (+9% sul 2023).
Al Nord il reddito medio si attesta a quasi 106 mila euro, quasi 30 mila euro in più rispetto al Centro (77.624) e 60 mila euro più del Meridione (45.862). La stessa dinamica vale per i redditi mediani: 60.331 al Nord, 45.469 al Centro, 29.973 nel Meridione. A livello regionale, in testa alla classifica Trentino Alto Adige (145.276) e Lombardia (120.238), uniche due Regioni sopra la soglia dei 100 mila euro; in coda Sicilia (46.141), Campania (44.753) e Calabria (38.203).
Le note dolenti, invece, arrivano sul fronte iscritti. Nonostante, infatti, le 1.958 nuove iscrizioni, l’Albo torna per la prima volta dal 2021 sotto i 120 mila professionisti (119.952 al 31 dicembre 2024). La contrazione complessiva è stata di 472 unità (-0,4%) ed è imputabile, spiega la Fondazione, all’incremento delle cancellazioni avvenute prevalentemente per motivi anagrafici. Infatti, la quota di under 41 è salita di 1,8 punti, mentre quella degli over 60 è diminuita di 1,6 punti. La tendenza al calo degli iscritti riguarda anche le Casse previdenziali (- 0,1%), anche se l’andamento è contrapposto, dato che la Cassa dottori commercialisti continuare a crescere (+0,5%), mentre quella dei ragionieri conferma il trend negativo (-1,8%) iniziato con l’unificazione degli Albi.
La decrescita colpisce solo la sezione A dell’Albo, che fa registrare una diminuzione di 796 unità (-0,7%), mentre sia gli esperti contabili (171 neo-iscritti, +7,6%) che gli iscritti all’elenco speciale (+ 153) sono aumentati. In aumento anche le società tra professionisti (+10,9%), che hanno raggiunto le 1.961 società a fine 2024, con un incremento di 193 unità.
Sul piano territoriale, si conferma ancora una volta il trend asimmetrico tra Nord, Centro e Sud. Al Nord gli iscritti continuano ad aumentare, anche se a un ritmo meno sostenuto rispetto al passato (dal +0,8% del 2023 al +0,2% del 2024), mentre al Sud (-1%) e al Centro (-0,6%) si registra un calo. Numeri che riflettono anche il calo degli iscritti al Registro dei praticanti, diminuiti a un tasso del 5,7% nel 2024, pur migliore del meno 9,9% del 2023. La contrazione è stata particolarmente elevata nel Sud (-13,8%), mentre il Nord (- 0,7%) fa registrare una flessione più ridotta e il Centro, in controtendenza, un aumento (+0,2%).
Quanto alla composizione anagrafica, nel 2024 le donne salgono al 34%, con una presenza più elevata negli Ordini del Nord (il picco è il 42% dell’Emilia Romagna), mentre i giovani (iscritti fino a 40 anni) salgono al 16,5% rispetto al 14,7 % del 2024 e, anche in questo caso, la loro presenza è più marcata al Nord (20,2%) rispetto al Sud (12,9).
“La professione – ha commentato il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio – appare in netta controtendenza rispetto ad altre realtà professionali ed è più solida che mai. L’indicatore chiave è il reddito medio, che negli ultimi due anni è aumentato addirittura del 18,5%, superando perfino la crescita del Pil e sovraperformando anche rispetto alle altre professioni economico-giuridiche”.
Il calo degli iscritti, invece, “si inserisce nella tendenza generale negativa che coinvolge l’intero mondo delle libere professioni. I dati – ha continuato de Nuccio – mostrano che si tratta di un fenomeno prettamente demografico. Anzi, se osserviamo bene la dinamica delle iscrizioni all’Albo dei commercialisti e la confrontiamo con quella di altre categorie professionali, emerge un netto disallineamento: la professione forense registra un calo di iscritti già a partire dal 2021, mentre i consulenti del lavoro sono in calo dal 2022. Negli ultimi tre anni, gli avvocati si sono ridotti del 3,5%, i consulenti del lavoro dell’1,6%, i commercialisti dello 0,02%”.
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