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Martedì, 10 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

PROFESSIONI

Continua la crescita dei redditi dei commercialisti

Nel 2023 aumento in doppia cifra. Quasi duemila nuovi iscritti ma le tante cancellazioni portano il saldo in negativo

/ Savino GALLO

Martedì, 10 giugno 2025

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Redditi in crescita, iscritti in calo, nonostante quasi 2 mila nuovi professionisti entrati a far parte dell’Albo. È una fotografia in chiaro-scuro quella che scatta la Fondazione nazionale di ricerca con il suo Rapporto annuale sull’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato ieri.

Nel 2024 (anno d’imposta 2023), il reddito medio dei commercialisti si è attestato a 80.648 euro, con un aumento del 10,1% Il reddito mediano, ovvero il reddito che divide in due la distribuzione dei redditi individuali, è cresciuto del 9,3%, risultando pari a 45.895 euro. La crescita del reddito medio è stata più o meno la stessa in tutte le parti d’Italia (10,9% al Sud, 9,2% al Nord, 11,3% al Centro), mentre il reddito mediano è aumentato maggiormente al Nord (+ 10,6%) e al Centro ( + 9,8%) rispetto al Sud (+ 6,6). Dal 2008 a oggi, il reddito professionale medio si è incrementato del 34,8% (nello stesso periodo il Pil nominale si è fermato al + 29,7%), con un boom soprattutto negli ultimi tre anni (+29,4%). Se si considera, però, il reddito reale, ovvero al netto dell’inflazione, negli ultimi 16 anni c’è stato un calo del 2,7% (mentre il Pil reale è aumentato dell’1,4%).

All’interno di un quadro di crescita dei redditi diffuso su tutto il territorio nazionale, rimangono marcate differenze non solo a livello geografico ma anche per titoli e relative iscrizioni alle due Casse di previdenza di categoria. Gli iscritti alla Cassa Dottori, infatti, dichiarano in media 88.366 euro (+10% sul 2023), mentre gli associati alla Cassa ragionieri si fermano a 60.943 euro (+9% sul 2023).

Al Nord il reddito medio si attesta a quasi 106 mila euro, quasi 30 mila euro in più rispetto al Centro (77.624) e 60 mila euro più del Meridione (45.862). La stessa dinamica vale per i redditi mediani: 60.331 al Nord, 45.469 al Centro, 29.973 nel Meridione. A livello regionale, in testa alla classifica Trentino Alto Adige (145.276) e Lombardia (120.238), uniche due Regioni sopra la soglia dei 100 mila euro; in coda Sicilia (46.141), Campania (44.753) e Calabria (38.203).

Le note dolenti, invece, arrivano sul fronte iscritti. Nonostante, infatti, le 1.958 nuove iscrizioni, l’Albo torna per la prima volta dal 2021 sotto i 120 mila professionisti (119.952 al 31 dicembre 2024). La contrazione complessiva è stata di 472 unità (-0,4%) ed è imputabile, spiega la Fondazione, all’incremento delle cancellazioni avvenute prevalentemente per motivi anagrafici. Infatti, la quota di under 41 è salita di 1,8 punti, mentre quella degli over 60 è diminuita di 1,6 punti. La tendenza al calo degli iscritti riguarda anche le Casse previdenziali (- 0,1%), anche se l’andamento è contrapposto, dato che la Cassa dottori commercialisti continuare a crescere (+0,5%), mentre quella dei ragionieri conferma il trend negativo (-1,8%) iniziato con l’unificazione degli Albi.

La decrescita colpisce solo la sezione A dell’Albo, che fa registrare una diminuzione di 796 unità (-0,7%), mentre sia gli esperti contabili (171 neo-iscritti, +7,6%) che gli iscritti all’elenco speciale (+ 153) sono aumentati. In aumento anche le società tra professionisti (+10,9%), che hanno raggiunto le 1.961 società a fine 2024, con un incremento di 193 unità.

Sul piano territoriale, si conferma ancora una volta il trend asimmetrico tra Nord, Centro e Sud. Al Nord gli iscritti continuano ad aumentare, anche se a un ritmo meno sostenuto rispetto al passato (dal +0,8% del 2023 al +0,2% del 2024), mentre al Sud (-1%) e al Centro (-0,6%) si registra un calo. Numeri che riflettono anche il calo degli iscritti al Registro dei praticanti, diminuiti a un tasso del 5,7% nel 2024, pur migliore del meno 9,9% del 2023. La contrazione è stata particolarmente elevata nel Sud (-13,8%), mentre il Nord (- 0,7%) fa registrare una flessione più ridotta e il Centro, in controtendenza, un aumento (+0,2%).

Quanto alla composizione anagrafica, nel 2024 le donne salgono al 34%, con una presenza più elevata negli Ordini del Nord (il picco è il 42% dell’Emilia Romagna), mentre i giovani (iscritti fino a 40 anni) salgono al 16,5% rispetto al 14,7 % del 2024 e, anche in questo caso, la loro presenza è più marcata al Nord (20,2%) rispetto al Sud (12,9).

“La professione – ha commentato il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio – appare in netta controtendenza rispetto ad altre realtà professionali ed è più solida che mai. L’indicatore chiave è il reddito medio, che negli ultimi due anni è aumentato addirittura del 18,5%, superando perfino la crescita del Pil e sovraperformando anche rispetto alle altre professioni economico-giuridiche”.

Il calo degli iscritti, invece, “si inserisce nella tendenza generale negativa che coinvolge l’intero mondo delle libere professioni. I dati – ha continuato de Nuccio – mostrano che si tratta di un fenomeno prettamente demografico. Anzi, se osserviamo bene la dinamica delle iscrizioni all’Albo dei commercialisti e la confrontiamo con quella di altre categorie professionali, emerge un netto disallineamento: la professione forense registra un calo di iscritti già a partire dal 2021, mentre i consulenti del lavoro sono in calo dal 2022. Negli ultimi tre anni, gli avvocati si sono ridotti del 3,5%, i consulenti del lavoro dell’1,6%, i commercialisti dello 0,02%”.

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