ANC critica sugli Stati generali: «Persa occasione di confronto»
Gli Stati generali dei commercialisti, andati in scena lo scorso 10 giugno a Roma, hanno in qualche modo acuito la spaccatura tra il CNDCEC e quella parte di rappresentanti istituzionali che, nelle scorse settimane, aveva già espresso posizioni critiche sulla riforma della legge ordinamentale.
Tra questi, l’Associazione nazionale commercialisti, che in un comunicato stampa diffuso ieri, ha descritto la manifestazione come una “occasione persa”, perché non c’è stato spazio per un contraddittorio e per una possibilità di replica a un intervento, quello del Presidente de Nuccio, “segnato da toni divisivi e attacchi personali”. Secondo il sindacato guidato da Marco Cuchel, la relazione del numero uno dei commercialisti italiani “ha rivelato un’impostazione che non appartiene a una guida istituzionale. Il pluralismo è stato trattato come fastidio, il dissenso come minaccia, fatto ancora più grave perché esternato di fronte a Ministri, Viceministri, parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni del nostro Paese”.
La sessione pomeridiana, svoltasi a porte chiuse, è stata riservata solo ai rappresentanti degli Ordini locali, e quindi anche in questo caso non c’è stato confronto con le associazioni sindacali o le Casse di previdenza. “Una scelta precisa – commenta l’ANC –. E una conferma: chi non è allineato, resta fuori, si deve fare da parte. Il dissenso, risorsa vitale in ogni comunità democratica, è stato trattato come anomalia da contenere. Nessuna trasparenza, nessun ascolto”.
“Ma nessun palco blindato – conclude la nota – può oscurare la voce di chi crede nel confronto, nel rispetto delle differenze, nella costruzione collettiva del futuro della professione”. L’associazione sindacale rivendica il “diritto di ogni iscritto, di ogni organismo della professione a essere parte attiva delle scelte che riguardano il proprio presente e il proprio futuro professionale”.
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