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Sabato, 11 ottobre 2025 - Aggiornato alle 6.00

ECONOMIA & SOCIETÀ

Tassi poco sensibili alla geopolitica

Hanno più impatto i fattori politici che in qualche modo possono influire sui conti pubblici

/ Stefano PIGNATELLI

Sabato, 11 ottobre 2025

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I fattori geopolitici nel bene e nel male continuano a influenzare poco i mercati finanziari. Israele e Hamas hanno dichiarato di aver raggiunto un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, prima fase del piano Usa per porre fine alla guerra che in poco più di due anni ha ucciso oltre 67.000 persone e ridisegnato il Medio Oriente. Poco mossi i tassi (segui tassi e valute su www.aritma.eu).

Più impatto hanno i fattori politici che in qualche modo possono influire sui conti pubblici: i rendimenti europei sono saliti per la crisi politica francese e successivamente sono rientrati per l’ottimismo circa una possibile soluzione dell’impasse politica.

Tensione sui titoli extra lunghi giapponesi a seguito dell’elezione di Takaichi, che dovrebbe diventare il prossimo primo ministro nipponico; si è impegnata a rilanciare l’economia con una spesa pubblica aggressiva, criticando l’irrigidimento monetario della Banca del Giappone. Crolla al 25% la probabilità che BoJ aumenti i tassi al consiglio in programma il 30 ottobre, rispetto al 60% circa registrato prima della vittoria di Takaichi.

Lo shutdown in corso negli Usa continua ma evidentemente non preoccupa: d’altronde si è sempre trovato un compromesso nel passato; lo shutdown più lungo negli ultimi anni durò 35 giorni nel 2019. La privazione sensoriale di dati macro cui costringe lo shutdown americano non durerà presumibilmente a lungo e sarà presto seguita da una sovrabbondanza di dati, tutti da elaborare.

Nel frattempo i mercati, per quanto riguarda i tassi, sono rimasti assolutamente stabili registrando in settimana variazioni non significative di 1-3 centesimi sia su quelli Usa sia su quelli eurozona. Il Bund 10 resta in area 2,70% e il 2 anni al 2% circa, il Bond Usa 10 anni è al 4,13% (+3). Btp 10 al 3,50% e spread vs Bund a 80 bps. Tassi Irs fermi al 2,67% il 10 anni e 2,15% circa il 2 anni.

Eppure qualche segnale che potesse far increspare i tassi eurozona è stato pubblicato: il morale degli investitori infatti è migliorato più del previsto nel mese di ottobre. L’indice Sentix per la zona euro è salito a -5,4 in ottobre dal -9,2 di settembre, superando la previsione di -8,5. L’indagine condotta su 1.138 investitori dal 2 al 4 ottobre ha mostrato un miglioramento della valutazione della situazione attuale. Le aspettative economiche per i prossimi sei mesi sono aumentate in modo più significativo. L’indagine ha rilevato che, il mese scorso, i timori per l’economia statunitense, uniti alle tendenze recessive nella zona euro, hanno indotto gli investitori a reagire in modo eccessivamente pessimistico. Le incoraggianti notizie del Sentix non possono indurre, in questa fase, a rialzi dei tassi significativi visto che la Bce conferma che il livello attuale dei tassi ufficiali è consono al quadro macro.

Ben più incerta è la politica monetaria della Fed: in assenza di dati gli operatori si sono concentrati sui verbali del Fomc, braccio operativo della Fed, del 16-17 settembre in cui i banchieri centrali hanno concordato che i rischi per il mercato del lavoro statunitense siano aumentati a sufficienza da giustificare un taglio dei tassi di interesse, ma sono rimasti cauti riguardo all’elevata inflazione, mentre prosegue il dibattito su quanto i costi di prestito stiano pesando sull’economia.

L’entrante settimana vedrà il focus su l’inflazione Ue e Usa. Altre indicazioni arriveranno dall’indice Zew tedesco, dalla produzione industriale eurozona e dagli indici di fiducia Empire e Philly.

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