ACCEDI
Lunedì, 15 settembre 2025 - Aggiornato alle 6.00

IMPRESA

Rischiano la bancarotta gli amministratori che si «autoattribuiscono» compensi

Per la Cassazione, si commette il reato quando i corrispettivi sono difficilmente giustificabili, anche se contenuti in bilanci approvati dai soci

/ Maurizio MEOLI

Sabato, 13 febbraio 2010

x
STAMPA

Commettono il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione, disciplinata dagli artt. 216 e 223 del RD 267/42, gli amministratori che deliberano di “autoattribuirsi” compensi difficilmente giustificabili in relazione al momento di difficoltà della società e per attività inerenti alla sua gestione, anche se la posta relativa ai compensi è contenuta in bilanci approvati dai soci. Sono queste le conclusioni cui è giunta la Cassazione nella sentenza n. 46959 del 9 dicembre 2009.

Il potere del cda di deliberare l’attribuzione di compensi è infatti connesso allo svolgimento di “attività estranee” al normale rapporto di amministrazione, “ossia al potere di gestione della società il cui limite deve individuarsi nell’oggetto sociale”, come stabilito dalla ...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU