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Scudo fiscale: per il Tesoro rimpatrio fisico e giuridico raggiungono gli stessi risultati

/ REDAZIONE

Venerdì, 25 giugno 2010

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ROMA - La regolarizzazione, come alternativa al rimpatrio fisico o giuridico nell’ultima operazione di scudo fiscale per il rientro dei capitali all’estero, è stata limitata ai Paesi che “garantiscono un effettivo scambio di informazioni” perché rappresenta una forma di “emersione meno incisiva e che offre minori possibilità di ottenere informazioni qualora i capitali siano detenuti in Paesi non cooperativi”. Lo chiarisce il Tesoro nel documento inviato al Parlamento sui dati statistici dell’operazione di scudo fiscale nel quale riporta i dati già annunciati del risultato dell’operazione: 104 miliardi di euro regolarizzati, per un totale di 5,4 miliardi di imposta straordinaria incassata.
Quanto invece al rimpatrio, per il Tesoro va chiarito che “rimpatrio fisico e rimpatrio giuridico raggiungono i medesimi risultati e godono degli stessi effetti”, anche per il ruolo dell’intermediario che garantisce ogni adempimento “indipendentemente dal luogo effettivo di deposito delle attività”. Il rimpatrio giuridico “è stato lo strumento maggiormente utilizzato - indica ancora il Tesoro - per far emergere quelle attività per le quali il rimpatrio non era compatibile con la natura del bene (ad esempio gli immobili) e quelle detenute in Paesi extraeuropei non collaborativi per le quali non era consentito effettuare la regolarizzazione e che ponevano ostacoli operativi all’emersione dei capitali riferibili ai residenti italiani nel timore di perdere massa amministrata”. (Ansa)

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