L’usufruttuario che sottoscrive l’aumento di capitale è come un «terzo»
Non gli spetta, infatti, il diritto di opzione. L’organo amministrativo non è comunque obbligato a determinare un soprapprezzo
Il Tribunale di Bari, con un’interessante ordinanza del 4 giugno 2010, è intervenuto su una complessa vicenda connessa ad un aumento di capitale riservato ai soci di una spa rimasto inoptato e sottoscritto dall’amministratore unico della società in qualità di usufruttuario di alcune azioni (sottoscrizione sottoposta a condizione risolutiva dell’esercizio del diritto di opzione da parte dell’unico socio assente). L’amministratore poco dopo donava ad un terzo le azioni così sottoscritte. Un azionista della società chiedeva, in via cautelare, la sospensione dell’esercizio dei diritti correlati a tali azioni, adducendo che la sottoscrizione del capitale doveva reputarsi priva di effetti giuridici, in quanto effettuata dal mero usufruttuario, con conseguente
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