Nuovo redditometro, prova ardua per giustificare gli incrementi patrimoniali
L’Agenzia delle Entrate sostiene che potrebbe non essere sufficiente la riferibilità della spesa alla capienza reddituale degli anni precedenti
Se continua così, la norma che col “vecchio” redditometro presumeva come, in caso di incrementi patrimoniali, la spesa, salvo prova contraria, dovesse essere ripartita in cinque periodi d’imposta – quello di acquisizione del bene e i quattro precedenti – sarà rimpianta a lungo (si veda “Nuovo redditometro «orfano» degli incrementi patrimoniali” del 14 luglio 2010).
Già all’indomani del varo della manovra estiva (DL 78/2010), su queste colonne erano state espresse perplessità circa la scomparsa di questa disposizione nella nuova versione dell’accertamento sintetico, in ragione del fatto che, comunque, il “vecchio” quinto comma, con tutti i suoi limiti, rappresentava un punto fermo, un diritto certo per il contribuente dal quale partire per
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41