I contratti «rolling spot» sono contratti finanziari differenziali
La ris. 102 dell’Agenzia chiarisce che la compravendita di valuta, quando genera plusvalenza, è il differenziale di un contratto su strumenti derivati
La compravendita di valute al di fuori dell’esercizio di una impresa commerciale, quando genera una plusvalenza, è da considerare come un differenziale di un contratto su strumenti derivati. Il relativo plusvalore è dunque tassato al 12,5%, ma, da un punto di vista normativo, è da ricomprendere nelle ipotesi di cui all’art. 67, comma 1, lettera c-quater) del TUIR e non nella lettera c-quinquies). Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 102 di ieri, con la quale ha corretto il precedente documento di prassi del 2010. Ciò alla luce del mutato inquadramento giuridico della fattispecie, esaminata a seguito di un’istanza classificata come richiesta di consulenza giuridica.
In primo luogo, nel quesito posto all’Amministrazione finanziaria viene osservato ...
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