Per i professionisti indagini finanziarie a «prelievo» limitato
Prelevamenti e versamenti ingiustificati costituiscono compensi anche se le movimentazioni riguardano conti cointestati al professionista e al coniuge
Con la sentenza del 2 gennaio 2013, n. 47, la C.T. Prov. di Roma ha esaminato il caso di un dentista sottoposto ad accertamento sulla base delle indagini finanziarie espletate dall’Agenzia delle Entrate. La decisione consente di ritornare su qualche aspetto interessante concernente l’ambito operativo delle presunzioni bancarie in oggetto nei confronti dei professionisti.
Innanzitutto, è stato stabilito che i prelevamenti e i versamenti bancari non giustificati costituiscono compensi anche quando le movimentazioni siano state riscontrate su conti cointestati al professionista e al coniuge (nel caso di specie, moglie, insegnante). Non solo: lo stesso principio vale anche in relazione ai rapporti finanziari per i quali il professionista abbia soltanto una delega, mentre la titolarità
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