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IMPRESA

La cessazione del CdA col venir meno di alcuni amministratori può costare cara

In caso di abuso della clausola «simul stabunt simul cadent», l’amministratore ingiustamente revocato ha diritto al risarcimento danni

/ Maurizio MEOLI

Mercoledì, 20 febbraio 2013

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L’applicazione della clausola “simul stabunt simul cadent” deve avvenire nel rispetto del principio generale di buona fede e dei doveri di lealtà e correttezza che regolano i rapporti all’interno della società. Se, invece, è azionata al solo fine di determinare l’estromissione di un amministratore – eludendo, per tal via, l’art. 2383 comma 3 c.c., che prevede l’obbligo di risarcire il danno all’amministratore revocato senza giusta causa – l’applicazione diviene illegittima e non è possibile sfuggire all’obbligo risarcitorio.
A ricordarlo, a conferma di un consolidato orientamento giurisprudenziale (cfr. App. Milano 6 marzo 2007, Trib. Milano 28 luglio 2010 e Trib. Milano 24 maggio 2010 n. 6836), è il Tribunale di Milano nella sentenza

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