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FISCO

Deducibilità «condizionata» per le fatture soggettivamente inesistenti

Per la nuova disciplina sui costi da reato, la deducibilità non può più essere contestata, ma può essere disconosciuta qualora manchino i requisiti generali

/ Alessandro BORGOGLIO

Giovedì, 23 maggio 2013

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In base alla nuova disciplina dei costi da reato, gli importi relativi all’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti sono comunque deducibili dal reddito, salvo che tali costi non integrino i requisiti generali previsti dal TUIR ai fini, appunto, della deducibilità dei componenti negativi di reddito. È quanto stabilito dalla Cassazione, con la sentenza n. 12503 di ieri.

Il caso affrontato dai giudici di legittimità è un tipico esempio di “frode carosello”, e la srl al centro delle vicende processuali è il classico soggetto interposto, che figura come parte nelle fatture riguardanti il disegno criminoso, ma, di fatto, non è l’effettivo cedente o cessionario (a seconda dei casi) delle operazioni oggetto di fatturazione. L’Amministrazione finanziaria

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