I 730 precompilati complicano invece di semplificare
Gentile Redazione,
vi scrivo in merito alla “semplificazione” proposta dal Governo attraverso lo strumento delle dichiarazioni 730 precompilate.
Purtroppo i mass media in primis e tutti gli altri a seguire non hanno saputo guardare oltre il titolo di prima pagina per comprendere quale sia la reale portata di questa “innovazione” venduta come la semplificazione del secolo. Ma è davvero una semplificazione? E per chi?
In realtà, a me sembra che il Governo abbia scopiazzato un’idea del M5S tirando fuori una genialata che porterà sicuramente più confusione e più lavoro, oltre a far magari versare imposte non dovute.
Spiego il mio punto di vista.
Il 730 precompilato dovrà contenere i dati dei CUD e le spese (oneri deducibili e detraibili), come ad esempio i versamenti alle forme di previdenza complementare, i premi per assicurazioni sulla vita, interessi passivi sui mutui per l’abitazione principale, le spese mediche. Ed è proprio quest’ultima tipologia quella che più preoccupa: significa che tutti i medici e tutte le farmacie dovranno attrezzarsi per fare la comunicazione dei dati dei propri pazienti, indicando il relativo codice fiscale e l’ammontare delle spese sotenute: una specie di spesometro medico che però è una vera follia!
Sappiamo bene (noi, il Governo credo di no) che i medici utilizzano con grande vantaggio dei propri commercialisti il sistema del documento riepilogativo per le rilevazioni contabili e che moltissimi di loro hanno un rapporto a dir poco difficile con l’informatica.
Tradotto significa che noi consulenti dovremo – necessariamente – rilevare i dati anagrafici di tutti i pazienti dei nostri clienti per poter predisporre la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate che poi li utilizzerà per precompilare i 730.
Mi sembra ovvio che queste comunicazioni andranno fatte però anche dalle sanitarie, dagli ottici, dalle parafarmacie e, in generale, da tutti i soggetti che vendono dispositivi medici.
È evidente la complicazione in termini di operatività e di adempimenti che questa scelta comporterà soprattutto per noi consulenti!!!
E questo per ottenere cosa?
Il cittadino (pensionato o dipendente) non riceverà il 730 “a casa”, ma potrà scaricarlo da una piattaforma on line: questo vuol dire che dovrà comunque recarsi al CAF o dal consulente perché nella maggior parte dei casi non sarà capace di prelevarlo (si è visto cosa è successo con i CUD INPS). Inoltre, se anche fosse in grado di prelevare la sua bella dichiarazione e di stamparsela, sarebbe poi capace di valutare se la stessa sia o meno corretta?
Ovviamente no, quindi dovrà andare al CAF o dal commercialista: in questo caso, però, il consulente che si “limita” a controllare la dichiarazione non potrebbe neanche richiedere un giusto compenso per il proprio lavoro, visto che – nella mente del cliente – ha solo dato una “controllatina”.
Inoltre, dovrebbe comunque assumersi la responsabilità di eventuali errori anche per le dichiarazioni semplicemente confermate, perché il Fisco amico può sbagliare, ma noi dobbiamo accorgercene.
C’è un ultimo aspetto non poco inquietante. Come operatori del settore conosciamo bene quanto sia affidabile il sistema dell’Agenzia delle Entrate: basti pensare alla quantità di comunicazioni bonarie assolutamente errate che riceviamo ogni anno. Mantenendo la stessa percentuale di errore, provo a immaginare cosa succederà per tutti quei cittadini che non si cureranno di verificare la propria dichiarazione precompilata dall’infallibile Agenzia delle Entrate.
Insomma, più lavoro per gli operatori del sistema sanitario, per i sostituti d’imposta (per loro il nuovo adempimento della trasmissione dei dati dei CUD), per i consulenti e i CAF senza nessun reale beneficio per nessuno.
Mi chiedo: anziché complicare ulteriormente l’esistenza di tutti con una mossa travestita da “semplificazione”, ma che, invece, non semplifica nulla, non sarebbe stato più utile e produttivo precompilare gli F24 per IMU e TASI? Quella sì che sarebbe stata una semplificazione: per noi, per i cittadini, per tutti! Avrebbe evitato di impazzire dietro a delibere e normative che cambiano ogni stagione, avrebbe dato certezza del proprio debito ai cittadini evitando loro code agli sportelli dei Comuni, dei CAF e avrebbe consentito anche a noi – poveri consulenti – di dedicarci alle dichiarazioni dei redditi con un po’ di serenità in più.
Luisa Burgio
Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Agrigento
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