ACCEDI
Mercoledì, 18 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

IL CASO DEL GIORNO

Reintegrare il patrimonio prima del dissesto «salva» dalla bancarotta

/ Vincenzo PACILEO

Martedì, 23 giugno 2015

x
STAMPA

download PDF download PDF

Ha formato oggetto di contrastanti soluzioni la questione se le condotte distrattive/dissipative compiute dall’amministratore in danno di una società che poi fallisca possano considerarsi “annullate”, in modo da escludere il reato di cui all’art. 223 della legge fallimentare (in relazione all’art. 216), per effetto di condotte riparatorie successive al fatto, ma antecedenti alla dichiarazione di fallimento.

Se si accoglie la concezione della bancarotta patrimoniale come reato di pericolo, diventa irrilevante la reintegrazione del patrimonio in epoca posteriore alla sottrazione del bene alla sua funzione di garanzia per i creditori, anche se in ipotesi volontaria e non frutto di attività recuperatoria del curatore. Tanto è vero che si è affermato in dottrina che ...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU