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Miani: «Le SAF non saranno un poltronificio»

Il Consigliere del CNDCEC fa il punto sullo stato di avanzamento del progetto relativo alle Scuole di alta formazione

/ Savino GALLO

Sabato, 31 ottobre 2015

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Con l’informativa n. 86/2015, pubblicata ieri, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili comunica agli Ordini territoriali di aver modificato due punti del Regolamento per la costituzione delle Scuole di alta formazione. Nella nuova versione dell’art. 5 si specifica che l’erogazione del contributo del CNDCEC avverrà in due fasi. La prima parte (60 mila euro) arriverà alla costituzione delle SAF e alla stipula della convenzione che disciplina i rapporti con il Consiglio nazionale. I restanti 60 mila euro, invece, verranno concessi nel 2016 una volta stabilito il progetto formativo della singola scuola di specializzazione. Il nuovo art. 6, invece, definisce le modalità di nomina dei membri del Comitato Esecutivo delle SAF, specificando che la partecipazione ai suddetti organi deve intendersi a titolo gratuito (fermi restando i rimborsi spese fino alla costituzione delle SAF). Modifiche di cui Eutekne.info ha parlato con Massimo Miani, Consigliere del CNDCEC con delega alla formazione, che ha tracciato un primo resoconto sullo stato di avanzamento del progetto.

Consigliere Miani, perché questi chiarimenti sull’erogazione dei contributi?
“Questo è un progetto completamente nuovo per noi e avevamo messo in conto che, cammin facendo, si sarebbero dovute apportare delle modifiche. Nel caso specifico dei contributi, prima era stato stabilito che l’intero contributo sarebbe arrivato all’inizio del percorso di formazione. Noi, invece, abbiamo voluto dare un input anche alla fase iniziale, suddividendo il finanziamento (120 mila euro complessivi per ogni singola SAF, ndr) in due parti. La prima parte, erogata nel 2015, sarà a titolo di start up, la seconda invece arriverà una volta definito il progetto formativo”.

A che punto siamo?
“Il Consiglio nazionale sta lavorando sulle aree di specializzazione. Sono state individuate dieci aree di interesse, ora bisognerà definire lo sviluppo delle singole materie. Fatto questo, forniremo un indirizzo sulle aree e le materie base, che sarà uguale per tutti. Poi, all’interno delle singole scuole potranno esserci degli approfondimenti particolari tenendo conto delle caratteristiche dei territori”.

La costituzione delle scuole, invece, come procede? Qualcuno si è lamentato della suddivisione territoriale.
“Diverse sono già state costituite, altre arriveranno a breve. In linea di massima, entro il 31 dicembre dovrebbero essere costituite tutte. I corsi, invece, dovrebbero partire tutti entro il primo semestre del 2016. Quanto alle macro-aree territoriali, noi ne abbiamo individuate 11, ma abbiamo convenuto in Consiglio che non saremmo stati rigidi, rispettando le indicazioni degli Ordini locali, pur sempre in una logica di aggregazione territoriale. Magari su alcuni territori limitrofi esistevano già dei coordinamenti e abbiamo ritenuto di non dover ostacolare le loro decisioni. In fondo, l’obiettivo vero è che queste scuole funzionino, a prescindere dalla loro collocazione”.

Ad oggi, può dirsi soddisfatto di come sta andando avanti il progetto?
“Direi di sì, perché sino ad ora siamo riusciti a tenere quasi del tutto fuori la politica da questo progetto, il cui sviluppo deve essere prettamente tecnico. Ovviamente, alla base c’è una scelta di carattere politico-strategico, ovvero quello di insistere sulla strada delle specializzazioni. E, da questo punto di vista, credo che il risultato politico sia stato già raggiunto, perché in questi mesi ho visto coinvolgimento e molto entusiasmo da parte degli Ordini territoriali”.

Quindi, non c’è il rischio, denunciato da qualcuno, che diventi un “poltronificio”?
“Ad oggi, mi sento di dire che non è e non sarà così. Queste son poltrone dove bisogna lavorare e, per contro, non ci sono grossi benefici. Perché la nostra idea è quella di lasciare qualcosa di concreto e lo si potrà fare solo lavorando seriamente sui territori”.

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