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Moretta: «Contro questa politica, giusto alzare la voce»

Il Presidente dell’ODCEC di Napoli a favore della protesta organizzata dai sindacati e pronto anche al primo sciopero di categoria

/ Savino GALLO

Mercoledì, 23 novembre 2016

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Specializzazioni e aggregazioni, rapporti con le istituzioni, difesa della categoria e attività ordinistica. Sono questi i temi che Eutekne.info ha affrontato con Vincenzo Moretta, uno dei pochi Presidenti locali che non ha dovuto “sudare” per ottenere la riconferma alla guida del suo Ordine. A Napoli, infatti, c’era una sola lista in gara, peraltro sostenuta da gran parte della base.

Presidente, soddisfatto di questa unità d’intenti?
“Se qualcuno poteva pensare che la lista unica fosse il risultato di una scarsa partecipazione alla vita ordinistica, l’affluenza alle urne, con il voto di circa il 50% degli iscritti, ha dimostrato esattamente il contrario. Probabilmente, nell’ultimo quadriennio, qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Così come è stata senza dubbio positiva l’idea di mettersi intorno a un tavolo e trovare una sintesi tra le diverse anime che compongono il nostro Ordine”.

Come proseguirà la vostra attività?
“Confermando la politica che ha contraddistinto gli ultimi 4 anni, finalizzata a far emergere il commercialista come una figura autorevole, riconosciuta da tutti i nostri interlocutori. Oggi, possiamo dire di avere un’attenzione molto diversa rispetto a qualche anno fa. Solo per citare un esempio, a Napoli abbiamo ottenuto un pass riservato per l’accesso al tribunale, con tanto di cartello “riservato ai commercialisti” all’ingresso. Un riconoscimento importante nei confronti della categoria e di un Ordine che sta cercando di accrescere le competenze degli iscritti, in modo da poter dare non solo al tessuto economico, ma anche alle istituzioni, risposte certe ed esaustive”.

In che modo si sta cercando di farlo?
“Provando ad annullare la figura del tuttologo, per andare verso una figura che abbia competenze più specifiche. Le specializzazioni sono il futuro della professione. In passato, è capitato che ci si approcciasse a determinate attività senza avere le competenze giuste per farlo. Questo non è più possibile, anche perché le aziende hanno esigenze diverse e più complesse e vogliono risposte convincenti. Per arrivare a questo, bisogna lavorare su se stessi, ma anche ripensare all’organizzazione interna al proprio studio”.

In che senso?
“Molto passerà dalla capacità di aggregarsi. Non parlo di studi con decine di professionisti, ma ci sarebbe bisogno di iniziare a pensare a studi magari con 8-10 professionisti, ognuno con una competenza diversa. In questo modo, si riuscirebbe ad assistere la clientela a tutto tondo, senza far venir meno competenza e professionalità”.

Sarebbe anche un modo per difendersi dalle altre professioni, che sempre più spesso aggrediscono le competenze dei commercialisti?
“L’ultimo provvedimento sui tributaristi (che hanno ottenuto la possibilità di assistere i contribuenti negli uffici finanziari, ndr) non mi piace, fermo restando che noi siamo stati sempre molto aperti nei confronti della altre categorie. Determinate attività, però, dovrebbero rimanere in capo a quei soggetti che hanno dimostrato di avere le competenze giuste per poterle espletare”.

Come si fa a convincere di questo il legislatore?
“Serve un Consiglio nazionale più forte e autorevole. Quello attuale è un Consiglio che veniva fuori da un commissariamento e da una serie di accordi trasversali, per cui non ha avuto, anche per questioni di tempo, l’autorevolezza necessaria per potersi imporre nei confronti delle istituzioni. Ma sono fiducioso che il prossimo Consiglio possa segnare un cambio di passo. In questo senso, credo che Massimo Miani sia la persona giusta per fare sì che il CNDCEC diventi un riferimento preciso per tutti i nostri interlocutori istituzionali”.

Nell’attesa, i sindacati hanno scelto la strada della protesta. Come la vede?
“Con assoluto favore. È un’iniziativa da sostenere per cominciare a dare un segnale, ma credo che il bello debba ancora venire. Finora non sono ancora arrivati dei sussulti da parte nostra, forse è il momento di darne, perché i colleghi non ne possono più di tutti questi adempimenti”.

Anche con lo sciopero? Un strumento, peraltro, su cui ha iniziato a lavorare proprio l’Ordine di Napoli.
“Io spero che i sindacati possano completare tutte le attività previste dal codice di autoregolamentazione, in modo da tenere in considerazione anche le esigenze dell’Erario. Fatto ciò, si potrà procedere in questa direzione, perché, ripeto, ormai la misura è colma”.

Chiudiamo con un altro tema caro alla professione, la lotta all’abusivismo. Come si sconfigge chi si spaccia per commercialista?
“Le nostre armi non possono che essere competenza e professionalità, le principali garanzie che possiamo offrire ai nostri clienti. Certo, poi l’Ordine deve essere bravo a stanarli, e in diversi casi ci siamo riusciti, ma credo che, rispetto al passato, questi casi siano in netta diminuzione”.

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