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LETTERE

La protesta non dovrebbe tralasciare i possibili adempimenti antiriciclaggio

Venerdì, 2 dicembre 2016

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Spettabile Redazione,
in tema di proteste che meritano una forte considerazione per motivare azioni di sciopero o quanto meno azioni di forte denuncia (che ritengo personalmente più significative, data la scarsa coesione della categoria rispetto allo sciopero) vorrei sottoporre all’attenzione di tutti i colleghi alcune tematiche.

Senza insistere su questo famoso spesometro che tutti riteniamo assurdo, prendiamo ad esempio l’istituzione imminente del regime premiale, oggetto di recente ritocco dalla legge di conversione del DL 193/2016 approvata in via definitiva dal Senato.

Che senso ha porre un limite di 30 euro alle operazioni in contanti, pena il venire meno delle agevolazioni previste? Proprio ieri mi è capitato di arrivare al distributore, voler fare il pieno e trovare il bancomat che non funzionava. Ovviamente non ho potuto far altro che pagare in contanti per 50 euro, il che (salvo la mancata annotazione della spesa in contabilità) mi avrebbe causato l’uscita dall’agevolazione.

Il limite anche un po’ più elevato, quindi portato a 200 euro, ad esempio, nulla inficerebbe e permetterebbe di aderire all’opzione a molti contribuenti altrimenti immediatamente nelle condizioni di non poter aderire al regime (si pensi alla parrucchiera, all’estetista, al negozio e così via).

Altra cosa sulla quale la protesta non dovrebbe assolutamente transigere è l’assurdità della disposizione antiriciclaggio: pensiamo solo che il prossimo anno potrà essere ricompresa nell’obbligo di registrazione anche tutta l’attività di mera redazione di dichiarazione dei redditi e altre similari.

Già la normativa ha travisato evidentemente l’obiettivo fondamentale europeo ma adesso stiamo andando oltre ogni limite: dove sta l’aspetto del riciclaggio nel redigere una dichiarazione o nel fare una consulenza generica su aspetti del nostro lavoro ad un cliente, senza impiego di denaro alcuno?
Allora facciamo fare l’antiriciclaggio anche ad esempio al dentista o al negozio che vende hi-fi quando il cliente paga, che avrebbe forse anche più logica dato che si potrebbe trattare di denaro di impiego immediato ed evidente, fonte di potenziale riciclo.

Un altro appunto che sono anni che mi premerebbe fare: ma è possibile che nessun illuminato legislatore fiscale possa prendersi cinque minuti per arrotondare tutti gli importi reduci dalla conversione lira/euro a distanza di anni per rendere più agevole il compito degli addetti ai lavori e di tutti, con riferimento ai valori contenuti nel Testo unico? Se vogliono mi offro volontario a titolo gratuito per farlo in “invarianza” di gettito ma in aumento di puro buon senso.


Giorgio Manfioletti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trento


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