Manovra correttiva, l’AIDC scrive a Casero
L’Associazione italiana dottori commercialisti si unisce ai tanti rappresentanti istituzionali (dal CNDCEC al CUP, passando per Confprofessioni) che negli ultimi giorni si sono lamentati delle misure inserite nel DL 50/2017, con particolare riferimento all’ampliamento dello split payment ai professionisti e ai nuovi limiti alle compensazioni.
“I recenti provvedimenti rappresentano un vero e proprio esproprio, consumato ai danni nostri e dei nostri assistiti, in prevalenza medie e piccole imprese, professionisti, artigiani”. Tanto si legge nella lettera aperta che l’associazione sindacale guidata da Andrea Ferrari ha indirizzato ieri a Luigi Casero, Viceministro all’Economia, che qualche mese fa si era impegnato, a nome dell’Esecutivo, a promuovere misure di semplificazione e impostare un dialogo diverso con i commercialisti.
Invece, sono arrivati split payment, “un prelievo forzoso ai danni di chi lo subisce”, e i nuovi limiti alle compensazioni, “sommati alla disposizione-beffa di estensione della copertura assicurativa (che dovrebbe avere effetto retroattivo), pena la cancellazione dalle liste dei soggetti abilitati ad apporre il visto di conformità”.
Misure, continua l’AIDC, che “rappresentano, sono l’ennesimo atto di prevaricazione fiscale posto in essere, con sistematicità, verso chi lavora e produce. Il cronico ritardo dell’Amministrazione finanziaria nell’erogare legittimi rimborsi (siamo ad una media superiore ai due anni, a fronte dei pochi giorni di altri Paesi) fa assumere ai provvedimenti i contorni di un’appropriazione dei mezzi finanziari che i contribuenti dovrebbero utilizzare per il loro ciclo produttivo e che vengono, invece, di fatto espropriati ad libitum”.
Ancora una volta, quindi, ci si trova costretti a denunciare la “palese violazione” dello spirito dello Statuto dei diritti del contribuente e a chiedere che, “con tempestività”, vengano adottati “rimedi legislativi e amministrativi improntati a una maggiore sensibilità verso le realtà produttive del nostro Paese e rispettose della dignità dei commercialisti e dei loro assistiti”.
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