Unione giovani favorevole al fondo di solidarietà tra le Casse
La proposta di creare un fondo intercategoriale di solidarietà fra le Casse di previdenza dei professionisti, una sorta di paracadute in caso di difficoltà finanziaria di uno degli enti associati, piace ai giovani commercialisti.
L’idea, su cui si dibatte da tempo, è stata lanciata un paio di giorni fa dal Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, che ha annunciato anche di aver costituito una specifica commissione (alla quale hanno già aderito alcuni Presidenti delle Casse) per lo studio di fattibilità del progetto.
Al momento, considerando che non sembra possibile destinare direttamente al fondo una parte dei contributi versati dagli iscritti alle diverse gestioni previdenziali, per poterlo finanziare si starebbe pensando di chiedere al Governo la riduzione della tassazione sui rendimenti finanziari, versando poi nel fondo il risparmio conseguito.
In effetti, è ormai da diverso tempo che gli esponenti delle Casse private denunciano l’iniquità della tassazione sugli investimenti finanziari, non solo per l’entità dell’aliquota (arrivata al 26%) ma anche per il regime di doppia imposizione fiscale (sulle prestazioni erogate e sui rendimenti degli investimenti) che ne consegue.
Fino ad oggi, i Governi che si sono susseguiti non hanno mai aperto a una eventuale riduzione dell’aliquota, eccezion fatta per la parziale defiscalizzazione degli investimenti in economia reale. Bisognerà, dunque, capire le intenzioni del nuovo Governo.
Nel frattempo, l’iniziativa incassa il favore dell’Unione giovani commercialisti che, tramite un comunicato stampa diffuso ieri, si è detta “pronta a fornire qualsiasi supporto”. Queste le parole del Presidente dell’associazione sindacale, Daniele Virgillito, il quale ha ricordato come il sindacato già nel 2016 avesse lanciato una proposta molto simile a quella attualmente sul tavolo.
La loro proposta per la costituzione del fondo prevedeva una dotazione (minima) iniziale versata pro-quota dalle Casse aderenti all’AdEPP in proporzione al patrimonio/platea degli iscritti e l’accantonamento annuale di una somma pari al risparmio fiscale “virtuale” realizzato da ciascuna Cassa grazie alla riduzione della tassazione sui rendimenti finanziari, da portare gradualmente dall’attuale 26 al 12% in modo da “contenere” l’impatto della doppia tassazione.
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