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LETTERE

Sulle fatture 2017 registrate nel 2018 manca una conferma scritta

Sabato, 22 settembre 2018

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Gentile Redazione,
scrivo per porre all’attenzione un fatto “piccolo piccolo”. Siamo a settembre inoltrato e quest’anno non è ancora uscita la maxi-circolare domande-risposte che ufficializza i pareri dell’Agenzia delle Entrate e delle altre amministrazioni che sono intervenute nei vari Telefisco de Il Sole 24 Ore, Videoforum di Italia Oggi e le altre manifestazioni nazionali di rilievo.

Se del caso, le risposte date “in video” sono state prese subito in considerazione e attuate dalla categoria e dalle case di software nella redazione delle chiusure 2017 e relative dichiarazioni dei redditi, ma ancora non c’è la “copertura” scritta dei pareri dati (scripta manent, anche se in fondo neppure le circolari sono vincolanti per nessuno...).

Mi riferisco, in particolare, alle imprese in contabilità semplificata che hanno optato per il sistema della “registrazione” dei documenti e che hanno attivato il c.d. “registro sezionale” per le fatture di acquisto ricevute nel 2017 ma registrate nel 2018 (prima della presentazione della dichiarazione annuale IVA per il 2017).
In tale situazione, una risposta data a Telefisco 2018 ha affermato che, per tali imprese, gli acquisti registrati nel 2018 nel sezionale di “coda IVA” del 2017 vanno considerati, ai fini delle imposte sui redditi, come costi del 2018 (anno di registrazione, appunto).

Tale risposta ha potuto condizionare anche notevolmente gli esiti reddituali del 2017 (come del 2018 e a seguire), per cui le imprese e i loro consulenti, ma anche le case di software che hanno impostato i programmi in tal senso, vorrebbero avere una conferma scritta della correttezza del loro operato.


Daniele Menciassi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pisa

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