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LAVORO & PREVIDENZA

In caso di trasferimento illegittimo non sempre valido il rifiuto del lavoratore

L’art. 1460 c.c. richiede come presupposto la proporzionalità tra inadempimento datoriale e controprestazione negata dal lavoratore

/ Giada GIANOLA

Mercoledì, 16 gennaio 2019

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Per trasferimento del lavoratore si intende il mutamento definitivo e senza limiti di durata del luogo di lavoro disposto o su richiesta del dipendente o, più spesso, su iniziativa unilaterale del datore. In quest’ultimo caso la legge, in particolare il codice civile al comma 8 dell’art. 2103, limita il potere datoriale, stabilendo che il lavoratore può essere trasferito da un’unità produttiva a un’altra solo per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive.

Qualora il lavoratore ritenga che il trasferimento comminatogli sia privo dei requisiti di legge ha il diritto di impugnarlo nel rispetto, a pena di decadenza, dei termini di cui all’art. 6 della L. 604/66, disposizione richiamata dall’art. 32 comma 3 lett. c) della L. 183/2010.
Il trasferimento ...

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