Dove sarebbe la semplificazione con gli ISA al posto degli studi di settore?
Gentile Redazione,
ho avuto la pessima idea di anticipare un po’ i tempi e cercare di capire, a grandi linee, come funzionano gli ISA (i sostituti degli studi di settore, per capirci...) e come organizzare lo studio di cui faccio parte per raccogliere dai clienti i dati necessari in vista delle prossime dichiarazioni dei redditi.
Con stupore ho letto un articolo pubblicato dalla stampa specializzata che mi ha raggelato il sangue.
Se ho ben inteso – sperando di fare una figuraccia pubblica, che sarebbe meglio della assurda realtà che mi pare si stia delineando! – ne emergerebbe, in estrema sintesi, che, per fare la dichiarazione dei redditi, comprensiva degli ISA, che sono stati sbandierati come semplificazione rispetto agli studi di settore, sarà necessario scaricare dal cassetto fiscale di ogni cliente (dopo aver predisposto una apposita delega e raccolto ancora la millesima copia della stessa carta di identità non scaduta del cliente, predisposto e compilato il registro delle deleghe, inviato il file telematico, magari massivo, ecc.!) un file XML (gentilmente messo a disposizione da Agenzia Entrate chissà quando... magari a settembre a versamenti già effettuati) e caricarlo, assistito in tutto questo da un ingegnere informatico, nel proprio gestionale di studio, sperando che sia compatibile.
Solo così gli ISA funzionerebbero e si capirebbe – forse – se si è affidabile fiscalmente!
Io non so se chi immagina e realizza questi provvedimenti stia scherzando o cosa. So che, se questa è la semplificazione, spero vivamente che l’anno prossimo mi chiedano di trovare nella dichiarazione dei redditi il bosone di X... sarà più semplice! Per fortuna ho un fratello laureato in fisica...
Augusto Fumagalli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Como
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