La dichiarazione integrativa non esclude la responsabilità penale
Il dies a quo per calcolare la prescrizione decorre dalla presentazione della prima dichiarazione
La presentazione delle dichiarazioni integrative non assume alcuna valenza sulla rilevanza penale della condotta. Così afferma la Corte di Cassazione nella sentenza n. 23810 depositata ieri.
Nel caso di specie, la legale rappresentante di una spa aveva presentato dichiarazioni dei redditi per due annualità indicando un reddito imponibile pari a 100 euro, a fronte di ben altri elementi attivi imponibili (pari a oltre 8 milioni di euro con imposte evase superiori a un milione di euro).
La questione centrale su cui verte il ricorso attiene alla valenza della successiva presentazione di una dichiarazione integrativa rispetto a tali dichiarazioni infedeli (cfr. Cass. n. 27967/2017 e Cass. n. 40618/2013).
Si ricorda che l’art. 4 del DLgs. 74/2000 è stato oggetto di modifiche introdotte dal DLgs. ...
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41