Nuove opportunità dal PNRR, ma non dimentichiamo le attività esistenti
Caro Direttore,
ho letto con molto interesse dell’iniziativa assunta dal Consiglio nazionale circa la selezione dei professionisti da coinvolgere nell’attuazione dei progetti collegati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Al riguardo, da quanto leggo, si potrà dare senso allo specifico corso di formazione specialistica e consentire ai colleghi interessati di mettere a disposizione questa nuova professionalità cioè, per diretta affermazione del Ministro, quel “capitale umano che la Pubblica Amministrazione non ha”. Si andrà a costituire quindi un ennesimo elenco al quale affluire, e al quale la Pubblica Amministrazione potrà attingere per “la certificazione delle spese” dei progetti del PNRR.
Francamente tutto ciò suscita il mio più vivo stupore per una evidente confusione che c’è sulle priorità del ruolo professionale e sociale del commercialista oggi.
Si continua a dimenticare che la maggioranza degli studi professionali in Italia è costituita da piccole e medie realtà che si occupano di ambiti contabili e tributari a forte impatto sociale, per la clientela e per il mondo del lavoro.
Sono attività che danno lavoro, e dignità professionale, a tantissimi colleghi, collaboratori e indotto: questo settore sta vivendo un momento di caos e di pressione senza precedenti nella storia di questa professione per una legislazione e una conseguente operatività convulsa e che, come tale, fra l’altro, richiede proroghe su proroghe continue delle scadenze imposte, gettando nel panico qualsiasi programmazione delle attività di studio, in un momento di già rilevanti sovrapposizioni tra situazione pandemica e conseguenti gestioni anche dei sussidi alle imprese.
Ebbene, nel preoccuparsi, giustamente, di dare nuove opportunità alla categoria, mi sembra il caso di interrogarsi su quando mai potrà venire il momento di interagire con le autorità ministeriali, con l’Amministrazione finanziaria e gli Enti previdenziali, per rimettere ordine in questo comparto, che nel frattempo sta assicurando un ruolo sociale fondamentale di assistenza per gli imprenditori e i contribuenti, un ruolo sociale fin troppo svilito, se non mortificato da chi, forse troppo frettolosamente, suggerisce da ormai troppo tempo di abbandonare queste attività fin troppo grossolanamente definite “adempimentistiche e noiosamente ripetitive”.
La campagna fortemente denigratoria verso queste attività, che viene ormai da più versanti, sta peraltro determinando sotto gli occhi di tutti due forti distorsioni presso le giovani generazioni di professionisti, con un rilevante impatto sulle attività degli studi professionali e per il futuro della professione:
- gli studi professionali che si occupano delle attività di carattere contabile e tributario hanno notoriamente rilevanti difficoltà nel reclutare praticanti e collaboratori, tutti protesi verso studi che si occupano di attività meno “noiose e ripetitive” e magari più remunerative;
- i giovani professionisti che non hanno fatto pratica nel settore, e quindi non hanno maturato solide esperienze nel campo contabile e tributario, non potranno mai efficacemente svolgere attività di consulenza societaria in materia di bilanci, contenzioso, piani di rilancio, fallimentare, controllo di gestione, revisione aziendale e quant’altro, esperienze che difficilmente possono aver adeguatamente maturato nei corsi universitari.
È evidente che, proprio per il progressivo allontanamento dalle attività “ripetitive e noiose”, per questi giovani non ci potrà essere un concreto sviluppo nel nostro ambito professionale, aspetti questi che minano alla base il futuro della nostra professione.
Pertanto, per il futuro dei nostri studi risulta sempre più che attuale la principale legge del marketing, dell’approccio al mercato della nostra clientela: si può e si deve certamente pensare o progettare per nuove opportunità, ma nel frattempo, è imprescindibile coltivare e rafforzare, o meglio non abbandonare, non sprecare, e perché no, proteggere le opportunità derivanti dalle attività e dalle esigenze della clientela esistente.
Giovanni Tomo
Presidente Commissione marketing studi professionali ODCEC Napoli
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