Tassato il dipendente non residente in smart working in Italia per più di 183 giorni
La tassazione in Italia potrebbe essere evitata con un periodo di permanenza inferiore
Con la risposta n. 626 del 27 settembre 2021 l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti in merito al trattamento fiscale del reddito di lavoro dipendente percepito da un soggetto non residente che, a causa dell’emergenza COVID, svolge attività lavorativa in Italia, in smart working, per una società estera.
Va fin da subito evidenziato che, secondo la prassi dell’Agenzia delle Entrate (risposta a interpello 7 luglio 2021 n. 458), la residenza ai sensi dell’art. 2 del TUIR prescinde dalla circostanza per cui la permanenza in Italia della persona sia dettata da ragioni legate all’emergenza epidemiologica (ciò fatti salvi i rapporti con la Francia e la Svizzera in cui accordi amministrativi ad hoc fanno valere il criterio della presenza “virtuale”);
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