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La CNPR approva il bilancio assestato 2021 e il preventivo 2022

/ REDAZIONE

Sabato, 27 novembre 2021

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Incremento del patrimonio per 127,54 milioni di euro, al lordo delle rettifiche di valore per i crediti (46 milioni) e delle rettifiche di valore degli investimenti (26 milioni), e un risultato netto di 55,54 milioni di euro. Sono i numeri contenuti nel bilancio preventivo assestato del 2021 della Cassa di previdenza dei ragionieri, approvato ieri dall’assemblea dei delegati assieme al preventivo 2022.

L’assestamento si è reso necessario a causa del cambiamento delle prospettive in merito all’andamento dell’economia mondiale nel corso dell’anno. Nel novembre 2020, quando è stato approvato il preventivo con un utile al lordo delle rettifiche di valore degli investimenti e dei crediti pari a 74,54 milioni (1,54 l’utile netto), non era possibile prevedere l’impatto della campagna vaccinale contro il COVID-19, che ha permesso la riapertura delle attività e il rilancio dell’economia.

Un clima di fiducia che ha consentito all’ente guidato da Luigi Pagliuca di rivedere al rialzo le stime contenute nel documento programmatico relativo al 2021, anche grazie alla buona risposta degli iscritti in termini di adempimento all’obbligo contributivo. Il bilancio di previsione assestato rileva, infatti, un incremento di 19,7 milioni delle entrate contributive, attestandole a 312,1 milioni, a fronte di una morosità che al mese di ottobre era di poco superiore al 14,5% (22,1% nell’anno precedente) rispetto all’accertamento della contribuzione dovuta.

“Tale risultato – scrive la Cassa nel comunicato stampa diffuso ieri – è ascrivibile alla modifica del sistema di riscossione delle eccedenze contributive, che è entrata in vigore nel 2021, con la ripartizione della stima delle eccedenze della contribuzione rispetto ai minimali in 7 rate, con conguaglio nelle rate successive alla presentazione della comunicazione reddituale (31 luglio) della differenza emergente rispetto all’anno precedente”.

Quanto al preventivo 2022, il documento stima un risultato, al lordo delle rettifiche di valore, pari a 94,87 milioni e un risultato netto di 35,37 milioni. Si tratta di “stime all’insegna della prudenza”, che valutano anche una leggera contrazione della contribuzione rispetto al budget assestato del 2021 (305,17 milioni, 6,9 in meno).

Per farlo si è tenuto conto delle comunicazioni reddituali ricevute a tutto il 31 luglio scorso e della previsione dei contribuenti attivi e pensionati in attività, stimati in 28.545 unità. A titolo prudenziale si è scelto di non rivalutare i dati emergenti dalle comunicazioni reddituali con il dato della crescita economica stimata nella Nadef per il 2022-2024, pari al 4,1%, approvata dal Parlamento. “Il conseguimento di questi risultati – scrive la CNPR – sarà legato alla capacità del Paese di utilizzare le ingenti risorse derivanti dal PNRR, nonché dalla capacità di proseguire e rafforzare la capacità di contenimento della pandemia da Covid-19, che sta vedendo il manifestarsi di una quarta ondata”.

Si è proceduto con prudenza anche in merito alla previsione sul rendimento del patrimonio mobiliare che, al 19 novembre 2021, registrava un rendimento finanziario del 10,77% , con un patrimonio investito a valori di mercato pari a 1.082 milioni. Nell’assestamento di bilancio 2021 la stima dei proventi finanziari derivanti dal patrimonio investito a mercato è pari a 73,77 milioni di euro: il patrimonio investito dell’ente al 29 ottobre 2021 valorizzava 2.364,7 milioni di euro (+345 milioni rispetto al medesimo periodo del 2020) con un rendimento da inizio anno pari al +6,28%. Per l’anno 2022, l’ente prevede di conseguire proventi finanziari leggermente inferiori al budget 2021 assestato, ma superiori al dato consuntivato nel bilancio del 2020.

Stessa ratio, quella della prudenza, anche per ciò che riguarda l’apprezzamento dei crediti verso gli iscritti, che portano l’ente a svalutare sensibilmente i crediti contributivi per 46 milioni nel 2021 e 34,5 milioni nel 2022. L’ente sta proseguendo le azioni dirette alla regolarizzazione delle posizioni contributive, con l’intensificazione di azioni esecutive nel corso del 2021: sono stati emanati più di 5.500 decreti ingiuntivi, con una massa di oltre 230,58 milioni di crediti per contributi, interessi e sanzioni ingiunti, di cui recuperati post ingiunzione 53,05 milioni.

La svalutazione, che alla fine del 2022 registrerà l’ammontare complessivo di 277,8 milioni di euro, “non consiste – fa sapere l’ente – nella rinunzia al recupero, che prosegue nei confronti di tutti i debitori. Essa è una posta contabile che intende tutelare il rischio di inesigibilità derivante dal consolidarsi di posizioni accumulate negli anni, e anche a eliminare dal bilancio tecnico le influenze che i crediti, potenzialmente non esigibili, possono avere”. A proposito di bilancio tecnico attuariale, la Cassa ha approvato il nuovo documento redatto sulla base dei dati rilevati al 31 dicembre scorso 2020, che attesta la sostenibilità a 50 anni e il rispetto dei requisiti di legge in tema di equilibrio finanziario a 30 anni.

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