Sequestrabili i crediti di imposta da superbonus ceduti al terzo estraneo al reato
La Corte di Cassazione, con cinque sentenze gemelle depositate oggi, ha respinto la richiesta di dissequestro avente a oggetto dei crediti di imposta legati al c.d. “superbonus” (DL 34/2020), maturati da diversi soggetti indagati per reati di associazione a delinquere, evasione fiscale, truffa e indebita compensazione.
I ricorsi sono stati presentati da Poste italiane (Cass. n. 40867), Cassa depositi e prestiti (Cass. n. 40869), Banco Desio (Cass. n. 40865), Illimity bank (Cass. n. 40866) e Groupama assicurazioni (Cass. n. 40868), in qualità di terzi interessati, cessionari di tali crediti.
Il tema centrale – finora inedito nella giurisprudenza di legittimità – attiene proprio alla conferma da parte della Cassazione della sequestrabilità dei crediti di imposta ceduti in capo al terzo estraneo al reato, quale cessionario di tali crediti di secondo grado o acquistati direttamente dal primo cessionario (cfr. art. 121 del DL 34/2020).
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