La rinuncia all’azione di riduzione può integrare una donazione indiretta
Serve che l’arricchimento del beneficiario sia la normale e diretta conseguenza della rinuncia abdicativa
La rinuncia del coniuge all’azione di riduzione delle disposizioni testamentarie lesive della quota di legittima può comportare un arricchimento nel patrimonio della figlia beneficiata, nominata erede universale, tale da integrare gli estremi di una donazione indiretta, se corre un nesso di causalità diretta tra donazione e arricchimento.
È quanto affermato dalla Cassazione con l’ordinanza n. 23036/2023.
Nel caso di specie, Tizio era stato pretermesso dalla successione della propria moglie – la quale, con testamento, aveva nominato erede universale la figlia Caia – e aveva, però, espressamente rinunciato all’azione di riduzione per reintegra della propria quota di legittima.
Dopo la morte di Tizio, il figlio naturale Sempronio, assumendo di essere stato leso nei propri diritti ...
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