Rete del lavoro agricolo di qualità da ripensare
Va valutata in modo critico l’utilità di un sistema che si aggiunge a quelli già esistenti per combattere caporalato, lavoro nero e sfruttamento
La L. 116/2014 ha introdotto in Italia la “rete del lavoro agricolo di qualità”. Si tratta di un istituto rivolto alle imprese agricole come individuate dall’art. 2135 c.c. e dalla circolare INPS n. 94/2019.
Nata come organismo volto a contrastare il fenomeno del caporalato nel settore agricolo, è stata realizzata come strumento per la creazione e la successiva elaborazione di un data base di imprese virtuose sul territorio. Il valore “virtuoso” dell’azienda agricola si basa, nel caso specifico, sulla prova che la stessa sia in regola rispetto alla legislazione in tema di lavoro, di diritti sociali, di obblighi fiscali e tributari in materia di imposte dirette e indirette, nonché rispetto ai contratti collettivi di lavoro sia nazionali che territoriali.
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