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Ammesso il referendum abrogativo del Jobs Act

/ REDAZIONE

Sabato, 8 febbraio 2025

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Come preannunciato con il comunicato del 20 gennaio 2025, nella giornata di ieri sono state depositate le sentenze della Corte Costituzionale sull’ammissibilità dei referendum abrogativi del contratto a tutele crescenti e del limite massimo dell’indennizzo spettante al lavoratore nelle piccole imprese.

Sono state, infatti, pubblicate le sentenze n. 12, con cui è stata dichiarata ammissibile la richiesta di referendum per l’abrogazione dell’intero DLgs. 23/2015, e n. 13, con cui la Consulta ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum per l’abrogazione dell’art. 8 della L. 604/66 limitatamente alle parole che stabiliscono una misura massima, pari a 6 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, per la liquidazione dell’indennità in caso di illegittimità del licenziamento.

Sono inoltre stati dichiarati ammissibili, con le sentenze nn. 14 e 15, rispettivamente i referendum per l’abrogazione del DLgs. 81/2015 limitatamente ad alcune previsioni in materia di apposizione di un termine al contratto, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi – contenute all’art. 19 commi 1, 1-bis e 4 e art. 21 comma 01 – e per l’abrogazione dell’art. 26 comma 4 del DLgs. 81/2008 nella parte in cui esclude la responsabilità solidale dell’imprenditore committente per i danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.

Con riferimento a quest’ultimo referendum, nella sentenza n. 15 si precisa che il quesito pone al corpo elettorale un’alternativa netta, vale a dire “il mantenimento dell’attuale assetto della responsabilità solidale, contraddistinto da deroghe significative, o l’integrale riespansione di tale responsabilità, senza alcuna eccezione per i danni prodotti dai rischi tipici delle attività delle imprese appaltatrici e subappaltatrici”.

È stata anche ammessa la richiesta di referendum abrogativo dell’art. 9 comma 1 della L. 91/92 (Nuove norme sulla cittadinanza), che propone l’abrogazione della lett. f) e l’abrogazione parziale della lett. b).

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