Confprofessioni: «Da ripensare le cause di esclusione dal CPB per studi associati e STP»
La norma che esclude le associazioni professionali e le STP dal concordato preventivo biennale nel caso in cui uno dei soci ne decada, contenuta nel decreto correttivo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 marzo e ora all’esame delle Camere per i relativi pareri, non piace ai professionisti. Nella giornata di ieri, infatti, il Presidente di Confprpfessioni, Marco Natali, ha inviato una memoria alla Commissione Finanze di Montecitorio, spiegando che tale limitazione va ripensata.
“Le nuove cause di esclusione e cessazione del CPB contemplate dall’art. 8 del decreto – scrive – appaiono eccessivamente penalizzanti per i liberi professionisti che operano in forma aggregata, escludendoli di fatto dalla possibilità di aderire e beneficiare del concordato”. Nello specifico, la disposizione prevede che sarà possibile aderire al concordato preventivo biennale solo nel caso in cui tale scelta venga condivisa sia da tutti i professionisti soci o associati, sia dalla relativa associazione o società professionale. Allo stesso tempo, eventuali cause di cessazione che riguardano il professionista porteranno alla cessazione del CPB anche per l’associazione o società in cui tale soggetto partecipa, e viceversa.
“È evidente – continua Natali – che in tal modo si genera una condizione di aleatorietà che indurrà i professionisti potenzialmente interessati a rinunciare al CPB”. Peraltro, aggiunge il numero uno della confederazione interprofessionale, la previsione sembra porsi in contraddizione con le iniziative legislative adottate per incentivare i processi di aggregazione, su tutte l’introduzione del principio di neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione degli studi professionali.
“Pertanto – conclude – Confprofessioni sollecita con forza un ripensamento di questa disposizione, chiedendo che anche i professionisti che operano in forma aggregata continuino a poter accedere al CPB alle condizioni previste per gli altri operatori economici”.
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