Cedolare secca, dubbi sui canoni crescenti
Attesi chiarimenti sull’applicazione dell’imposta a tale tipologia di contratti, che prevede una riduzione del canone per le prime annualità
La cedolare secca (o tassa piatta) sugli affitti di immobili abitativi da parte di persone fisiche non titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo costituisce, nella generalità dei casi, per il locatore (proprietario, usufruttuario, titolare del diritti di abitazione) un indubbio vantaggio. Le aliquote d’imposta sostitutiva del 19% o 21%, rispettivamente per gli affitti a canone libero e per quelli a canone convenzionato, sono indubbiamente assai concorrenziali rispetto alla tassazione ordinaria del canone ridotto del 15%, e ulteriormente ridotto del 30%, per gli affitti a canone convenzionato. Peraltro, non solo il locatore, ma anche il conduttore risparmia la propria quota di imposta di registro che è assorbita dalla tassazione sostitutiva.
Tanto premesso, alcune questioni ...
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