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FISCO

Cedolare secca, dubbi sui canoni crescenti

Attesi chiarimenti sull’applicazione dell’imposta a tale tipologia di contratti, che prevede una riduzione del canone per le prime annualità

/ Lelio CACCIAPAGLIA e Patrizia MARRA

Mercoledì, 27 aprile 2011

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La cedolare secca (o tassa piatta) sugli affitti di immobili abitativi da parte di persone fisiche non titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo costituisce, nella generalità dei casi, per il locatore (proprietario, usufruttuario, titolare del diritti di abitazione) un indubbio vantaggio. Le aliquote d’imposta sostitutiva del 19% o 21%, rispettivamente per gli affitti a canone libero e per quelli a canone convenzionato, sono indubbiamente assai concorrenziali rispetto alla tassazione ordinaria del canone ridotto del 15%, e ulteriormente ridotto del 30%, per gli affitti a canone convenzionato. Peraltro, non solo il locatore, ma anche il conduttore risparmia la propria quota di imposta di registro che è assorbita dalla tassazione sostitutiva.

Tanto premesso, alcune questioni ...

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