Riforma fiscale: alcune detrazioni «intoccabili», altre più favorevoli ai ricchi
Il dossier con tutte le indicazioni dei tavoli sulla riforma fiscale sarà inviato in questi giorni al nuovo Governo. È già cominciato, infatti, il conto alla rovescia per l’attuazione della delega fiscale. Entro fine anno sono attesi i decreti attuativi ed entro fine gennaio 2012 dovrebbe esserci l’approvazione della delega. In ogni caso, se non si metterà mano alla revisione e al taglio delle agevolazioni fiscali entro il 30 settembre 2012, scatterà automaticamente il taglio lineare per 4 miliardi di euro il prossimo anno e di 16 miliardi nel 2013.
Ieri, con l’ultima riunione del gruppo guidato da Vieri Ceriani sull’erosione, in pratica è stato messo un punto sul lavoro istruttorio. Il presidente del gruppo, esperto fiscale della Banca d’Italia, secondo quanto si apprende, si è detto soddisfatto del lavoro, ha ringraziato le parti per il contributo e ha assicurato che tutta la documentazione verrà trasmessa al nuovo Governo. Quello che arriverà sul tavolo del Premier e Ministro dell’Economia Mario Monti, da parte dei tavoli che in questi mesi hanno fatto un lavoro istruttorio sulla riforma, è un dossier corposo.
Alcune situazioni parlano da sole: ci sono sconti “intoccabili”, ma anche detrazioni che valgono per pochi intimi o per pochi spiccioli ciascuno. In ogni caso i tecnici dei tavoli mettono in evidenza le criticità del sistema fiscale fatto di così tante eccezioni alla regola: “Le spese fiscali hanno un grado inferiore di trasparenza e di accountability – evidenzia il Rapporto finale del tavolo sulle sovrapposizioni tra Stato fiscale e Stato sociale guidato da Mauro Marè – rispetto alla spesa pubblica diretta, che invece deve essere approvata dai Parlamenti nazionali”. In altri termini, prosegue il dossier del gruppo di lavoro, gli sconti fiscali “sono decisamente meno trasparenti delle forme di spesa diretta e questo aspetto è sicuramente l’aspetto che le ha rese così popolari e ne ha determinato il successo presso i politici e i governi”.
In particolare l’Italia – sempre secondo i documenti di lavoro che verranno consegnati al Governo – risulta al secondo posto tra i Paesi OCSE, solo dopo l’Australia, per il peso degli sconti rispetto al PIL. Ci sono poi sconti che, contrariamente al principio della progressività del sistema tributario, sono più convenienti per i redditi più alti. Il discorso vale per le spese sanitarie, le detrazioni per le ristrutturazioni, la deduzione dei canoni di locazione, la deduzione dei contributi della previdenza complementare e la detrazione del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica. In questo ultimo caso, “il valore medio per i redditi oltre i 120.000 euro è di oltre 4 volte quello per i redditi fino a 26.000 euro”. (Redazione)
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