Buffon si autoassolve, come gli evasori fiscali
Caro Direttore,
sentendo le dichiarazioni di Gigi Buffon a proposito del noto episodio avvenuto durante Milan-Juventus, dichiarazioni nelle quali sostiene che “lui non fa l’arbitro” e che sostanzialmente ha ritenuto giusto e non scandaloso “provarci”, mi sono chiesto se si potesse astrarre un parallelismo sul lato fiscale.
Ebbene, senza voler accusare nessuno, tantomeno voler associare la sua persona a quella di un evasore, l’atteggiamento da lui tenuto e le spiegazioni che ha dato riflettono bene lo stato mentale di chi si trova nella situazione di “poter evadere”.
In definitiva, anche il potenziale evasore potrebbe dire a se stesso: non sono mica un giudice tributario, né un poliziotto; sono un cittadino comune e ho diritto di provarci, anche sotto gli occhi delle telecamere. Poi, se un ispettore mi scopre, pazienza; ma se non mi scopre, ho la coscienza a posto perché “potevo provarci”.
Mi pare di capire che l’Italia si è divisa in due: non so bene con quali proporzioni, ma resta il fatto che i sostenitori di Buffon non sono pochi, e fra questi c’è l’allenatore della Nazionale (sostiene che non ci pensa nemmeno a togliergli la fascia di capitano).
Ecco: una nazione che si rispetti, se non altro per dare un messaggio di legalità, dovrebbe prendere le distanze da simili situazioni. La legge, così come il regolamento di uno sport, va rispettata: non si può far valere il diritto di poter violare il regolamento nella speranza di non essere scoperti. Tantomeno se ci fosse in ballo un campionato nazionale.
Forse, su questo, io e il Dott. Befera siamo d’accordo.
Giampiero Guarnerio
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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