Via libera alle integrazioni al Codice antimafia, aumentano i controlli
Nella riunione di ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di DLgs. che integra il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione e che introduce nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia.
Come si legge nel comunicato stampa pubblicato da Palazzo Chigi, le integrazioni riguardano due aspetti:
- la disciplina della documentazione antimafia. Il provvedimento mira a consentire l’immediata entrata in vigore delle norme che ridefiniscono il “catalogo” delle situazioni dalle quali si desume l’esistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa;
- l’assistenza legale dell’Avvocatura dello Stato nelle controversie relative ai beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata. Le norme mirano a definire i termini secondo i quali l’amministratore giudiziario e l’Agenzia nazionale possono usufruire del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato.
Stando alle indiscrezioni trapelate ieri, lo schema di DLgs. prevedrebbe:
- un cambiamento della documentazione: per contrastare i tentativi di infiltrazione mafiosa, le norme che regolano l’emissione della documentazione antimafia entrerebbero immediatamente in vigore, mentre prima erano subordinate al decorso dei due anni dall’emanazione dei regolamenti sul funzionamento della Banca dati nazionale. Fino alla realizzazione della Banca dati, le Prefetture continuerebbero a utilizzare i collegamenti già in uso con i sistemi informatici realizzati in base alla norme precedente;
- più controlli sulle imprese, anche straniere: si amplierebbe l’area dei controlli antimafia, estesi anche ai membri del collegio sindacale e degli organismi interni di vigilanza delle imprese. Considerata, inoltre, l’apertura degli appalti pubblici a investitori esteri, per la prima volta si introdurrebbe una procedura di controllo “antimafia” sulle società straniere, anche senza sede in Italia. Una procedura già sperimentata per la ricostruzione in Abruzzo e l’Expo 2015. Ampliati anche i casi di tentativi di infiltrazione mafiosa, comprendendovi pure le reiterate violazioni degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari derivanti da appalti pubblici;
- verso il rating d’impresa: verrebbe esteso l’obbligo di comunicazione in tutti i casi delle interdittive antimafia ad altri soggetti istituzionali interessati: tra questi, l’Antitrust, in vista della realizzazione del cosiddetto rating d’impresa per le società virtuose, e l’Autorità Giudiziaria, titolare del potere di proporre l’adozione di misure di prevenzione.
- spazio all’autocertificazione: verrebbe attuata una completa decertificazione del procedimento di rilascio della documentazione antimafia, per agevolare le imprese. In pratica, tale procedimento verrebbe avviato sulla sola base delle autodichiarazioni rese dall’operatore economico all’amministrazione interessata, che provvederà, a sua volta, a fornire i dati auto dichiarati alla Prefettura competente ad emettere la documentazione antimafia. (Redazione)
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