Indici di normalità «problematici» negli studi di settore
Gentile Redazione,
a proposito degli studi di settore, vorrei condividere con voi alcune problematiche che forse avete già riscontrato ma che a mio parere sono meritevoli di dibattito.
Come noto, oltre alla coerenza ed alla congruità, lo studio di settore “misura” anche gli indici di normalità.
Uno degli indici di normalità misura l’incidenza dei costi residuali di gestione sui ricavi. In pratica, tale indice somma le voci “oneri diversi di gestione” e “altri componenti negativi” e rapporta tale somma ai ricavi. Se l’indice è superiore ad una soglia prestabilita, determina un’anormalità e va ad incidere sulla soglia di congruità.
Già dall’anno scorso, nell’attività professionale, sto riscontrando che tale indice è sovente fuori dal range, in quanto fra gli oneri diversi di gestione e gli altri componenti negativi vanno inserite le deduzione IRAP (10% e costo del personale) e, da quest’anno, il 30% dell’IMU deducibile sui fabbricati strumentali.
L’Agenzia delle Entrate aveva già affrontato la questione lo scorso anno con le circolari n. 23 e 30, nelle quali ammetteva il problema, prometteva che avrebbe posto rimedio nelle successive edizioni di GE.RI.CO. e, comunque, riteneva in tali casi di richiedere la non applicabilità dell’indice con le apposite funzionalità di GE.RI.CO.
Il problema è che, anche facendo così, se l’indice di normalità alza la soglia dei ricavi al di sopra di quelli dichiarati lo studio resta non congruo con tutte le implicazioni del caso, anche per quanto attiene alla disciplina delle società non operative.
Questa situazione è assurda, in quanto le deduzioni IRAP e la deducibilità parziale dell’IMU sono previste da apposite disposizioni normative e risultare anormale e non congruo per aver usufruito di un diritto mi pare paradossale.
Infine, segnalo un’altra situazione incomprensibile: nello studio di settore VG40U (quello delle immobiliari di gestione), se tale indice non è normale, determina una riduzione dei ricavi attesi per la congruità (e non un aumento, come è ovvio che sia). Questo è sicuramente un errore di calcolo dell’attuale versione di GE.RI.CO. (1.0.1 del 26 maggio 2014) che, credo, verrà corretto, ma che in questa fase potrebbe essere fuorviante in quanto riduce la soglia di congruità in modo errato.
Salvatore Regalbuto
Vicepresidente ODCEC Torino
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