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La CNPADC al bilancio di fine mandato

Il Presidente Guffanti traccia il resoconto del quadriennio alla guida della Cassa Dottori e l’identikit del suo successore

/ Savino GALLO

Mercoledì, 6 gennaio 2016

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Le elezioni per il rinnovo degli organi di governo della Cassa dottori commercialisti, il primo dei due importanti appuntamenti elettorali della categoria nel 2016, sono oramai alle porte (le elezioni dei delegati si terranno il 25 maggio, mentre il 15 febbraio scadrà il termine per proporre la propria candidatura). Tempo, dunque, di bilanci, non solo dell’anno appena passato, ma dell’intero mandato iniziato nel 2012. Quello che il Presidente Renzo Guffanti ha provato a tracciare nel corso di una lunga chiacchierata con Eutekne.info.

Presidente, come lascerà la Cassa Dottori?
“In condizioni assolutamente soddisfacenti nel rapporto tra quello che era il programma e le effettive mete raggiunte. Questo era un mandato in cui, dichiaratamente, l’attenzione doveva andare sul fronte degli investimenti, rivitalizzando soprattutto il comparto immobiliare, e direi che ci siamo riusciti, risultando tra i primi a considerare l’opportunità di portare le nostre linee di investimento vicino all’economia reale e non solo sui circuiti dei grandi operatori finanziari”.

La bontà delle scelte di investimento ha portato all’accumulo di un extra-rendimento che verrà suddiviso tra gli iscritti. Di che cifre parliamo?
“Il riconoscimento sul montante di ogni singolo iscritto è proporzionale ai contributi versati e alle rivalutazioni già maturate nel corso degli anni, a cui verrà aggiunta una ulteriore percentuale del 2,81%. Quindi, chi aveva 100mila euro di montante se ne ritroverà 102.810. Un’operazione che ci permetterà di spostare sui montanti circa 77 degli 82 milioni di euro che si sono accumulati”.

C’è il rischio che questo stato di “salute” della Cassa possa ingolosire Esecutivo e politica in genere?
“Non credo ci sia interesse verso l’ente nel suo complesso. Perché, a fronte di un attivo via via sempre più corposo, ci sono dei debiti e degli impegni che, se attualizzati, risultano comunque più alti dell’attivo. Purtroppo, però, prevale la tendenza a vedere solo l’attivo di bilancio e non anche il bilancio tecnico. Così, da un lato, continuano i fastidiosi prelievi sotto forma di aumento della tassazione e le richieste di adeguamento ai dettami della spending review, dall’altro, si tenta di condizionare le scelte di investimento. Il rischio vero, dunque, è quello di un’ingerenza sempre più significativa e non la possibilità di riprendersi il sistema, dato che, oltre all’attivo, lo Stato dovrebbe prendersi anche il passivo”.

Oltre agli investimenti, si è provato a dare una sterzata anche al sistema di welfare.
“Il mondo dell’assistenza andava rimesso al passo coi tempi. E, di fatto, tutto quello che riguarda l’assistenza in questi tre anni è stato completamente riscritto, modificando misure già previste ed introducendone di nuove, su tutte, l’ulteriore mensilità riconosciuta alle colleghe in caso di gravidanza o situazioni equiparate”.

Con la legge di stabilità 2016 è stato ratificato il passaggio degli esperti contabili alla Cassa Ragionieri, già al centro di un accordo del febbraio 2014 tra le due Casse. Una prova di proficua collaborazione.
“La pronuncia della Cassazione a Sezioni Unite in merito all’inattaccabilità dei provvedimenti adottati a partire dal 2007 ha blindato la nostra riforma del 2004 e ci ha permesso di definire la questione con più serenità. Siamo molto soddisfatti per la collaborazione con la Cassa Ragionieri, nel rispetto di uno spirito di squadra non solo in ambito AdEPP ma anche all’interno del nostro Albo unico”.

Com’è messa la Cassa, invece, in termini di evasione contributiva?
“A partire dal 2013, siamo riusciti ad attivare la convezione per la fornitura dei dati dell’Anagrafe tributaria. Questo ci ha agevolato moltissimo nell’andare ad incrociare i dati che ci arrivano dalle dichiarazioni degli iscritti, permettendoci di recuperare circa 20 milioni di euro l’anno tra contributi, interessi e sanzioni. In prospettiva, siccome l’incrocio dei dati avviene oramai in automatico, consiglio a tutti di fare sì che quanto dichiarato ai fini di imposte dirette ed IVA corrisponda a quanto dichiarato ai fini della previdenza, perché andarli ad individuare sarà molto più semplice”.

Chiudiamo con le elezioni. Qual è il suo auspicio?
“Non farò nomi, perché è troppo presto e non è opportuno farne in ogni caso. Ma l’identikit dei soggetti che dovranno guidare la Cassa è abbastanza semplice. Le caratteristiche principali sono due: capacità tecniche acquisite sul campo e esperienza adeguata all’interno degli organi della Cassa”.

Quindi, posto che lei non è più candidabile, il prossimo Presidente potrebbe uscire anche dall’attuale CdA?
“Certamente. Nell’attuale CdA c’è stato un numero di riconfermati superiore al nostro normale standard, quindi, per forza di cose, dovrà esserci un ricambio maggiore. Ma il requisito rimane lo stesso, ovvero quello di avere un dna cassa molto radicato, che è la principale garanzia per il buon svolgimento dell’incarico”.

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