Ci vuole un mercato per le specializzazioni
Caro Direttore,
avevo una cliente odontoiatra che appena laureata si specializzò nel trattare solo i bambini. Decise di avviare il suo studio a Potenza col piglio di voler trattare solo bambini. Quando venne da me le suggerii che non era la strategia giusta in un posto in cui la natalità era scarsa e la percentuale di anziani era altissima.
Incaponita, in nome della sua specializzazione, andò avanti cinque mesi, poi tornò nel mio studio per farsi spiegare come doveva strutturarsi per poter seguire clienti di tutti i tipi. Vive felice facendo odontoiatria generalista.
Se leggo le novità raccontate dalla narrazione proveniente dal Consiglio nazionale o dal Governo sull’introduzione delle specializzazioni ripenso sempre a quel caso e mi viene da replicare che le specializzazioni, come la segmentazione del mercato, hanno senso solo in posti in cui il mercato c’è e in Italia, tolti 5/6 grandi poli economici, per il resto l’economia è fatta di esperienze professionali minori.
Non è questa la tutela che ci aspettiamo della nostra categoria, che tra l’altro va anche contro il mercato introducendo inutili barriere all’ingresso nella professione.
Molto sommessamente suggerirei a tutti che:
- sono io a scegliere se specializzarmi oppure no e se lo devo fare lo faccio presso le Università di questo Stato che mi rilasciano crediti formativi universitari, ancora spendibili in qualche modo, e non nelle SAF, le quali mi sembra abbiano avuto un avvio assai stentato;
- ci dobbiamo specializzare nell’internalizzare servizi e offerta che oggi lasciamo ad altri, senza che ci ritorni nulla in cambio. Quanti sono i consulenti del lavoro, per esempio, che vivono grazie ai nostri rapporti? Cosa riceviamo in cambio? Quanti di questi fanno contestualmente anche servizi contabili e dichiarativi pur provenendo da percorsi di istruzione a volte inferiori?
- ci dobbiamo specializzare, poi, nel comunicare al Paese che la narrazione del direttore dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui presto non si avrà bisogno del commercialista perché la fatturazione elettronica lo sostituirà, è falsa e offensiva verso donne e uomini che si impegnano ogni giorno per garantire il pagamento delle imposte e svuotare i centri servizi di migliaia di cittadini. Vengono prima queste informazioni da raccontare alla gente;
- ci dobbiamo specializzare, infine, nel comunicare a tutti i nostri clienti che a maggio voteremo e lo faremo ricordando bene a noi e a loro che siamo indispensabili per il Paese e per le loro famiglie ed economie.
Francesco Andrea Falcone
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Taranto
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41