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Domenica, 13 luglio 2025

INIZIATIVE DI CATEGORIA

Dai professionisti le proposte per la valorizzazione di arte e cultura

/ REDAZIONE

Venerdì, 23 novembre 2018

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Da un lato, promuovere “la cultura della cultura” tra i colleghi, dall’altro, sfruttare le proprie competenze in materie economico-giuridiche per elaborare politiche e strategie finalizzate a rimuovere gli ostacoli e le inefficienze che frenano ancora il completo sviluppo del settore. Con questi obiettivi, l’Associazione “Economisti e giuristi insieme”, fondata dai Consigli nazionali degli Ordini di avvocati, commercialisti e notai, ha dato vita al gruppo di lavoro “Arte e cultura”, presentato ieri a Roma nel corso di un convegno dedicato.

Il gruppo è formato da esponenti di tutte e tre le professioni che fanno parte dell’associazione. In rappresentanza dei commercialisti, Franco Broccardi e Irene Sanesi, rispettivamente coordinatore e componente del gruppo di lavoro “Economia e Cultura” del CNDCEC, che già da tempo ha avviato un’interlocuzione con l’Agenzia delle Entrate per mettere a punto normative finalizzate proprio alla valorizzazione del settore.
Tra queste, ha spiegato Broccardi, “l’equiparazione ai fini fiscali delle sponsorizzazioni di eventi e iniziative culturali a quelle in ambito sportivo”. Sul punto, si era anche raggiunta un’intesa di massima, tanto è vero che l’Agenzia delle Entrare aveva chiesto ai commercialisti di scrivere insieme “una sorta di vademecum”, che sarebbe poi servito come guida per tutti i soggetti interessati.

Altra proposta riguardava la “tassazione delle opere d’arte” acquistate all’estero, ad oggi fissata al 10%. I commercialisti chiedono di portare la tassazione al 5%. “Siamo convinti – ha continuato Broccardi – che questo non farebbe diminuire il gettito, ma lo farebbe crescere. Perché al momento il mercato è inesistente, dato che in altri Paesi d’Europa la tassazione è molto più bassa. A parità di condizioni, invece, il mercato verrebbe incentivato anche in Italia”.

Allo stesso modo, “andrebbe regolamentato il mercato di opere d’arte tra soggetti privati”. La vendita tra privati è esentasse e tale regime è sfruttato anche da soggetti che “in realtà non sono privati e utilizzano quelle opere a fini commerciali”. L’idea potrebbe essere quella di “tassare le vendite sopra una certa soglia (da 10 mila euro in su) alla stregua delle rendite finanziarie, ma solo per i primi cinque anni”.

Tutte proposte che i commercialisti hanno portato all’interno del neo-costituito gruppo di lavoro interprofessionale, che si farà carico dell’attività di lobbying istituzionale. La stessa cosa avverrà per le istanze avanzate dai notai, anch’essi pronti con una serie di proposte più incentrate, nel loro caso, sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare di carattere storico e artistico.

Tra queste, ha spiegato Claudia Petraglia, Consigliera del CNN, “l’introduzione nel Codice dei beni culturali di una norma che preveda l’annotazione dei vincoli in catasto”, in modo da rendere più semplice per i cittadini l’individuazione dell’esistenza degli stessi attraverso l’ispezione dei registri catastali sui beni immobili.

Secondo i notai, andrebbe anche “anticipata l’offerta in prelazione allo Stato degli immobili vincolati al momento della conclusione di un contratto preliminare” di compravendita (oggi, la denuncia per l’esercizio della prelazione artistica da parte dello Stato segue l’atto di vendita, che nelle more resta condizionato) ed “eliminata la prelazione nel caso di unità immobiliari in condominio”. Idee che, secondo Petraglia, servirebbero per “abbandonare la logica di mera tutela e conservazione dei beni culturali, in favore di una logica di concreta valorizzazione” degli stessi.

Nel corso del convegno c’è stato spazio anche per l’attualità politica e per l’analisi di due emendamenti alla manovra presentati dall’opposizione, che vorrebbero l’equiparazione alle spese mediche, in termini di trattamento fiscale, delle spese sostenute in cultura (quindi con detrazione al 19% oltre una certa franchigia). “Realisticamente – ha commentato Broccardi – è quasi impossibile che vengano approvati. Ma sarebbe un bel segnale. D’altronde, se si possono detrarre le spese per i medicinali omeopatici, non vedo perché non si possa fare lo stesso per quelle in cultura che, come scientificamente provato da diversi studi, rallenta l’invecchiamento e previene l’insorgere di alcune malattie come l’alzheimer”.

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