I dipendenti in smart working non costituiscono S.O.
L’OCSE fa il punto sulle conseguenze della pandemia sui principali istituti della fiscalità internazionale
Tra le restrizioni indotte dal coronavirus quella che più incide sulla vita ordinaria è la riduzione della libertà personale di movimento. C’è, ad esempio, il caso dei circa 70.000 “frontalieri”, dipendenti di aziende svizzere localizzate nel Cantone Ticino, che lavorano da qualche settimana in modalità smart working dalle proprie abitazioni in Italia. Oppure quello, tutt’altro che remoto, di figure apicali (amministratori delegati o direttori generali) di aziende estere che, per lo stesso motivo, non possono raggiungere le rispettive sedi lavorative e stanno dettando le loro linee direttive dall’Italia. Occorre porsi temi di stabile organizzazione e di residenza fiscale in Italia, con i connessi problemi di quantificazione dei redditi? A questi interrogativi è ...
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