Scadenze fiscali da sospendere
Considerata l’emergenza sanitaria in corso, che potrebbe costringere molti commercialisti a stare lontano dai propri studi, è necessario sospendere tutte le scadenze fiscali e contributive. Lo sostengono l’Ordine dei commercialisti di Bari e l’Unione giovani, che ieri hanno diffuso due comunicati dal simile tenore.
“Questa seconda fase dell’emergenza sanitaria – scrive Elbano De Nuccio, Presidente dell’ODCEC pugliese – rischia di mettere in ginocchio l’operatività dei commercialisti italiani. Molti professionisti, al fine di tutelare la propria salute e quella dei propri familiari, sono costretti a rispettare periodi di quarantena e isolamento forzato rendendo di fatto impossibile il rispetto delle scadenze fiscali per i loro clienti. Sarebbe un paradosso se i professionisti, già pesantemente penalizzati dalla crisi economica che sta colpendo l’intero Paese, si trovassero nelle condizioni di farsi carico anche di eventuali sanzioni legate al mancato rispetto delle scadenze”.
Dello stesso avviso Matteo De Lise, Presidente del CNDCEC. “Ci sembra illogico – spiega – che gli studi professionali alle prese con il COVID debbano obbligatoriamente inviare le dichiarazioni dei redditi entro il 30 novembre. E di certo non sarebbe corretto chiedere sanzioni per il ravvedimento di un versamento che non è stato tempestivo perché qualcuno era sintomatico e non poteva materialmente elaborarlo”.
È vero che alcune attività possono essere gestite da remoto, grazie all’utilizzo della tecnologia, ma per alcun attività c’é bisogno della “presenza fisica in studio”. Quindi, secondo De Nuccio, nell’immediato vanno sospese le scadenze, ma più in generale va previsto un meccanismo che tuteli il professionista e i suoi clienti, in caso di malattia o quarantena. Ecco perché sarebbe importante approvare rapidamente il disegno di legge presentato dalla Consulta dei parlamentari commercialisti, attualmente allo studio della Commissione Giustizia del Senato, finalizzato proprio a introdurre la sospensione automatica degli adempimenti in caso di malattia o infortunio del professionista.
“Prevedere subito – aggiunge De Nuccio – forme di agevolazione per situazioni di questo genere sarebbe, di certo, un gesto di grande attenzione per commercialisti ed esperti contabili fortemente impegnati nel supportare le aziende e le famiglie in un momento così complicato”.
Altro aiuto concreto, secondo l’UNGDCEC, sarebbe l’eliminazione degli adempimenti inutili. Un intervento “a costo zero” per lo Stato che, conclude De Lise, “non dovrebbe investire risorse e darebbe un grosso contributo anche per abbassare la tensione sociale”.
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