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INIZIATIVE DI CATEGORIA

L’UNGDCEC: «Niente sanzioni per lievi ritardi nell’invio delle dichiarazioni»

/ REDAZIONE

Martedì, 10 novembre 2020

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La proroga di 10 giorni (dal 30 novembre al 10 dicembre) della scadenza del termine per l’invio delle dichiarazioni, richiesta pochi giorni fa dal Consiglio nazionale dei commercialisti, non basta a intercettare le reali difficoltà che stanno vivendo contribuenti e intermediari. Ne è convinta l’Unione giovani che ieri, con una nota stampa, ha chiesto al Governo di valutare l’opportunità di eliminare le sanzioni per quei soggetti che, entro 90 giorni dalla scadenza, facciano fronte spontaneamente all’adempimento.

“I professionisti – ha spiegato Matteo De Lise, Presidente dell’associazione sindacale – vogliono svolgere l’attività lavorativa in piena sicurezza e non in costante emergenza, anche a tutela di clienti e collaboratori. In questi mesi ci siamo accollati i costi per la sicurezza e per adeguare i sistemi informatici con contributi statali pressoché nulli, ma adesso chiediamo al Governo di fare un passo nei nostri confronti, prevedendo la disapplicazione delle sanzioni per lievi ritardi nell’invio di dati all’Amministrazione finanziaria. Oggi, infatti, vista l’emergenza che ha colpito tutti noi, non è in alcun modo giustificabile l’applicazione di queste sanzioni”.

Secondo l’associazione, ci sarebbe un appiglio giuridico che consentirebbe di procedere in questa direzione: l’art. 6 del DLgs. 472/1997, che esclude la punibilità delle violazioni tributarie se commesse per causa di forza maggiore, rendendo inapplicabili le sanzioni.

“Il sistema tributario – ha aggiunto De Lise – prevede la possibilità di inviare le dichiarazioni fiscali entro 90 giorni dalla scadenza con contestuale versamento di una sanzione per regolarizzarne il ritardo. Chiediamo che venga esplicitata, per gli anni fiscali 2020 e 2021, l’inapplicazione delle sanzioni per chi entro 90 giorni dalla scadenza adempia spontaneamente e che vengano definite, anche tramite atti del Ministero dell’Economia e dell’Agenzia delle Entrate, le cause di forza maggiore ex art. 6 DLgs. 472/97 collegate all’emergenza sanitaria, evitando il proliferare di contenziosi nei prossimi anni”.

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