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Commercialisti e ingegneri chiedono l’immediato adeguamento delle tariffe per i CTU

/ REDAZIONE

Mercoledì, 20 novembre 2024

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I Consigli nazionali dei commercialisti e degli ingegneri, con una nota congiunta diffusa ieri, chiedono l’introduzione di nuove tabelle tariffarie per i consulenti tecnici d’ufficio. In particolare, sottolineano la necessità di includere gli aggiornamenti ISTAT e compensi proporzionati alla complessità degli incarichi, nonché il riconoscimento delle nuove specializzazioni e dei costi sostenuti dai professionisti per attrezzature, formazione e gestione delle attività. Infine, viene richiesto un intervento normativo deciso per garantire l’equo compenso, come sancito dalla L. 49/2023.

Nella nota si legge che l’adeguamento delle tariffe deve essere immediato ed è indispensabile per garantire dignità e giustizia economica ai CTU e, di conseguenza, sostenere l’efficienza del sistema giudiziario italiano.
“Negli ultimi vent’anni – sottolineano i due Consigli – le tariffe spettanti ai Consulenti Tecnici d’Ufficio non sono state adeguate, nonostante la normativa vigente (DPR 115/2002) preveda aggiornamenti triennali sulla base dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. L’ultimo adeguamento risale infatti al 2002, lasciando migliaia di professionisti a fronteggiare incarichi complessi e responsabilità crescenti con compensi ormai sproporzionati e inadeguati. Il mancato adeguamento rappresenta una grave disparità di trattamento rispetto ad altre categorie professionali, con ripercussioni negative sulla qualità e l’efficienza del sistema giudiziario. I CTU, che offrono un contributo cruciale nei procedimenti civili e penali, vedono spesso la propria professionalità mortificata da compensi orari insufficienti, non conformi ai principi sanciti dall’art. 2233 del Codice Civile e dall’art. 54 del DPR 115/2002”.

La necessità di aggiornamento delle tabelle – concludono commercialisti e ingegneri – deriva anche dal fatto che gli attuali criteri di liquidazione non considerano le evoluzioni normative, tecnologiche e le nuove competenze richieste, come l’informatica forense e le analisi ambientali. La Corte costituzionale stessa nella sentenza n. 192/2015, ha censurato l’inerzia amministrativa nel mancato aggiornamento delle tariffe, sottolineando l’illegittimità di trattamenti economici non adeguati ai parametri ISTAT”.

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