La Cassazione ribadisce l’indeducibilità del compenso del dipendente presidente di CdA
Per l’amministratore delegato, invece, servono la prova concreta della subordinazione e lo svolgimento di mansioni specifiche
A distanza di qualche anno dalla sentenza n. 36362 del 2021, la Corte di Cassazione torna ad occuparsi della carica di presidente del consiglio di amministrazione di una società di capitali, affermando, ora come allora, l’assoluta incompatibilità, ai fini delle imposte sui redditi, tra tale carica e la qualità di lavoratore subordinato (cfr. “Indeducibile il compenso del dipendente presidente del CdA” del 4 novembre 2021).
Ne consegue che il relativo costo di lavoro dipendente è indeducibile e che si complica enormemente la possibilità di dedure lo stesso costo quale compenso di amministratore.
Nel principio di diritto dell’ordinanza n. 5318 del 28 febbraio 2025 si osserva che “il cumulo nella stessa persona dei poteri di rappresentanza dell’ente sociale, di ...
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