ACCEDI
Martedì, 17 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

LAVORO & PREVIDENZA

«Tempestivo» anche il licenziamento per superamento del comporto

L’atteggiamento del datore che tolleri le assenze del dipendente oltre la maturazione di tale periodo è incompatibile con la volontà di recedere

/ Francesca TOSCO

Venerdì, 21 maggio 2010

x
STAMPA

Il datore di lavoro che tolleri le ripetute e prolungate assenze per malattia dei propri dipendenti ben oltre la scadenza del periodo di comporto perde il diritto di procedere, ai sensi dell’art. 2110 c.c., al loro licenziamento.
Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di Cassazione con la sentenza n. 11342 dell’11 maggio 2010.

Al riguardo, va infatti ricordato che, a norma del citato art. 2110 c.c., il datore di lavoro non può licenziare il lavoratore durante la malattia prima del decorso di un periodo di conservazione del posto (cosiddetto periodo di comporto) stabilito dalla legge o, come avviene in genere, dai contratti collettivi.
Salvo i casi di ricorrenza di una giusta causa di recesso, di impossibilità sopravvenuta della prestazione o di cessazione totale dell’attività ...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU